Carlo Alberto Di Grazia, Carnevale di Viareggio – I maghi viareggini

Da Paolorossi

Li chiamano maghi, perché tali sono se riescono a trasformare quintali di carta, colla, legno, ferro in creature animate e se con queste ti portano in un mondo diverso, a volta a volta onirico o satirico o favoloso o bizzarro.

Alla prima generazione, dei carpentieri e dei falegnami che le sere d’inverno, dopo il duro lavoro in cantiere, si trattenevano a dar forma immobile a carri trionfali, seguì la seconda – quella dei Giampieri e dei Tolomei – che dette vita e movimento ai mascheroni.

Poi vennero Antonio D’Arliano, Alfredo Pardini, Alfredo Morescalchi per i quali modellare creta, gesso, cartapesta fu vera arte, fu impegno totale di vita.

Sergio Baroni – Foto tratta da “La storia del Carnevale di Viareggio” – ll Tirreno editore

La generazione […] rappresentata […] nelle sue punte di diamante da Silvano Avanzini, Sergio Baroni, Arnaldo Galli, ha dato ai carri dimensioni spettacolari, equilibri «impossibili», temi di estremo interesse.

Dalla scuola della cartapesta, cha sta allevando, sia pur con fatica, un manipolo di giovani «patiti» del Carnevale, usciranno certamente i rimpiazzi per il futuro.

Silvano Avanzini – Foto tratta da “Viareggio in maschera 1960″ – Rivista ufficiale del Carnevale di Viareggio

[…] Anche questo dà la misura della vitalità di una tradizione che deve essere, sì, rinnovata attraverso un continuo impegno, attraverso una serrata revisione; ma che non può, assolutamente, andar perduta, perché fa parte ormai dell’anima di un popolo e del folclore nazionale.

( Carlo Alberto Di Grazia, La storia del Carnevale di Viareggio, Il Tirreno editore )

Arnaldo Galli – Foto tratta da “La storia del Carnevale di Viareggio” – ll Tirreno editore

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