"La fame del narratore è un’avidità per qualsiasi cosa: un'insegna, un rumore di tram, una traccia, una scarpa. Non è volontaria. Non è per niente così, non c'è nessuna intenzione nell'accumulazione. Però, dev'esserci. Una specie di fame incessante, infinita, per cui tutto ti arriva, i titoli dei giornali, le grandi vicende internazionali, ma anche le cose più banali. Come mai la pizzeria sotto casa è fallita: anche quello ti deve colpire. Tutto questo io devo averlo sempre avuto, senza saperlo".
(Carlo Fruttero. Torino, 19 settembre 1926 - Castiglioncello, 15 Gennaio 2012)