No, amici miei. No, cari Franco, Conte, Silvio e tutti gli altri, non sono d’accordo con voi. Non sono d’accordo con voi quando invocate il silenzio per Carlo Emme. E non per Carlo Emme, di cui, detto per inciso, non me ne fotte una beatissima minchia. Il fatto è che Carlo Emme, Albergatrice e tutti gli altri che infastidiscono più o meno sgradevolmente questo blog, non rappresentano solo loro stessi. Non sono quei rompicoglioni fancazzisti, dediti a seminare zizzania per vedere quale effetto fa, come immaginate voi. Magari fosse accussì. Magari.
Carlo Emme e tutti i suoi/e amichetti/e, al contrario, sono il prodotto medio e meditato dell’egemonia culturale figliata da decenni di autonomismo isolazionistico e autoreferenziale agito all’ombra delle parrocchiette trentine blindate dal paraocchi e da un decennio di promo.propagandismo diffuso dal Min.Cul.Pop. di via Romagnosi. Quelli come Carlo Emme, e tutti gli altri, sono quelli a cui le agenzie del regime autoreferenziale trentino hanno insegnato a chiamare il Teroldego “Il principe dei vini” e il TRENTODOC “Sua Eccellenza”. Sono quelli, e sono tanti, abituati a pensare che i trentini siano le più belle, e virtuose, creature mai apparse sulla faccia della terra e all’ombra della vigna.
Oggi mi è capitato di incontrare un piccolo gruppo di produttori trentini. Nel mezzo di un’amabile conversazione che aveva per oggetto il festival della Presunta e Futura Autoproclamata Capitale dello Spumante Italiano, ho sentito reiterare da loro le stesse argomentazioni (?) che leggiamo qui, a firma Carlo Emme. Uno, due, tre, quattro produttori, oggi, mi hanno parlato di salotti internazionali, di TRENTODOC che batte lo Champagne e di sfascisti (noi) al soldo di chissacchi.
Insomma, penso che Carlo Emme, e compagnia cantando, interpretino esattamente il comune, medio e mediocre, sentire trentino; quello che l’altro giorno, dopo le dichiarazioni del neo assessore all’Agricoltura (“siate trentini, siate diversi”), su Facebook si traduceva in paradossali replicazioni del tipo: i trentini sono diversi, i trentini sono gente di cuore, i trentini sono i migliori, vai Trentino; e altre carnevalate dello stesso calibro.
Forse, cari amici, stando così le cose dovremmo essere banditi noi dal Trentino, non dovrebbero loro, i ragazzi dello zoo di via Romagnosi, essere bannati dal nostro blog.
Per questo non chiuderò la bocca di Carlo Emme e quelle di tutta la sua allegra brigata di rompicoglioni: perché, purtroppo, loro sono la voce di un bel pezzo, magari non il migliore ma sempre un bel pezzo, di Trentino.
So che mi capirete (forse).
Con affetto,
CpR
……………………………….