Carlos Schwabe, tra simbolismo e naturalismo

Creato il 29 luglio 2013 da Artesplorando @artesplorando

Carlos Schwabe, la morte del becchino

Carlos Schwabe, classe 1866, scomparso nel 1926, è stato un pittore simbolista tedesco.
Nato vicino ad Amburgo, si trasferisce verso il 1870 a Ginevra dove frequenta l'Ecole del Arts Industriels sotto la guida di Jean Mittey. In questi anni di formazione si dedica sopratutto al disegno e allo studio delle piante e dei motivi floreali. Nel 1884 si trasferisce a Parigi, tornando però frequentemente in Svizzera.
Autoditatta, Schwabe si fa conoscere a seguito della propria interpretazione fiabesca di Il Vangelo dell'infanzia, illustrazione esposta al Salon della Rose-Croix, uno dei principali avvenimenti artistici del 1892, sotto il patrocinio di Joséphin Péladan, romanziere e critico d'arte. Un disegno straordinariamente accurato, dalle forme arcaiche ed anomale, coniugato ad una iconografia visionaria alquanto originale, caratterizzano l'arte di Carlos Schwabe.
La sua arte essenzialmente, prevede figure allegoriche o mitologiche, e se le guardate hanno un che di inquietante. Soprattutto le sue opere successive al 1900, comprendono quasi sempre tematiche quali la morte, la sofferenza e aventi per soggetto donne. Pochissime le notizie su di lui in rete, tanto che non esiste nemmeno una pagina Wikipedia italiana a lui dedicata. Eppure ha illustrato anche i libri di personaggi famosi, come Emile Zola o Charles Baudelaire.
Artista minuzioso ed estremamente attento ai dettagli, Schwabe eccelle nella rappresentazione del mondo vegetale cui attribuisce un valore simbolico preciso. Le sue opere che resistono spesso all'analisi interpretativa, presentano un gusto per la stilizzazione e la precisione dei contorni che tradisce l'influenza dei motivi ornamentali di William Morris. Esse mostrano inoltre un interesse evidente per Botticelli, i primitivi nordici e Durer, che Schwabe prediligeva.
Chissà se qualcuno prima o poi lo riscoprirà…

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