Con Viazul, la confortevole compagnia di bus statale, attraversando una campagna verdissima, coltivata e pulita, arriviamo in 4 ore a Cienfuegos, dal superbo centro storico coloniale neoclassico fondato a inizio '800 dalle ricche famiglie francesi qui emigrate dalla Luisiana e da Bordeaux, dopo una precedente sosta ad Haiti, tutte colonie francesi. La regione di Cienfuegos è la patria di Benny Moré, mitico musicista cubano che dei suoi lontani antenati schiavi provenienti dall'Africa porta quello spirito afro-cubano così presente sull'isola con l'altra componente pregnante, quella spagnola. Dormiamo nel bel particular delle sorelle Segnoras Profesoras Miriam e Gladys, due soggetti comandanti molti fieri, bisogna rigar dritto; al paladar (una casa privata che si inventa ristorante) Criollito non c'è un cazzo da mangiare, ma avremo in compenso musica straordinaria con tre menestrelli tutti per noi, in testa Juan Carlos parente di Moré che suona i tamburi e canta stile Buena Vista Social Club. Qui si suona, si canta e si balla a tutte le ore del giorno e della notte, l'intensità della musica varia a seconda dell'ora: una pacata chitarra in sordina mentre bevi il caffè al mattino, gruppo di tre a pranzo, 5-6-7 spesso bande intere, canto e volume sfrenato la sera. Ogni formazione ti chiede poi una partecipazione libera e ti offre l'acquisto del suo CD, se li comprassimo tutti credo che a fine viaggio saremmo a quota 300. A Cienfuegos il solito omaggio al Che nel parque central,
il Club Cienfuegos
fascinoso leit-motiv dell'architettura locale. Nella visita a Palazzo della Valle ci accoglie Carmencita
Nei dintorni ci sarebbero da vedere le cascate del Nicho nella Sierra dell'Escambray, ma la strada è brutta e molto tortuosa, così optiamo per un giardino botanico e Rancho Luna a 9 chilometri, la spiaggia di Cienfuegos. Primo pomeriggio marino, primo bagno, prima scottatura, primo dolce far niente, fare i globe-trotter è un pò faticoso. Il taxista che ci porta a Rancho Luna ci parla dell'amore per la moglie che "non lo quita jamas" (non lo lascia mai). La coppia cubana è legatissima, per strada le famiglie sono allacciatissime, è sempre il papà premuroso a tenere il pargolo in braccio mentre con l'altra mano accarezza la schiena (quando non il culo) della compagna, si fa sempre tutto insieme, a parte le corna (osservazione di chi scrive). Il taxista Rolando ha due bandiere appese sul retrovisore, quella di Cuba e quella del Venezuela di Chavez, altro lieder superterzomondista; attaccato allo specchietto ciondola un guerrigliero incas di plastica, nessun timore dunque, siamo protetti