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Carmine Buffone (Finanzieri democratici): "Accademia della Guardia di Finanza - Un lusso militare che possiamo permetterci?”

Creato il 09 febbraio 2014 da Gaetano61
Carmine Buffone (Finanzieri democratici):
Carmine Buffone ([email protected]è un esponente del Movimento dei Finanzieri Democratici, tra i primi ad avervi aderito. Mi ha inviato un suo contributo, dal titolo: "Accademia della Guardia di Finanza -Un lusso militare che possiamo permetterci?”, che a me sembra interessante, perché tratta il problema della formazione di chi è chiamato, nella Guardia di Finanza, a ricoprire ruoli direttivi. 
All'Accademia della Guardia di Finanza - istituto che forma gli ufficiali del Corpo - si accede, ricorda Buffoneper concorso pubblico, al termine di una selezione «fatta di prove ginniche, di test attitudinali, di una prova scritta e di una prova orale in matematica, geografia e storia [...]Alla fine dei 5 anni i giovani ammessi escono ufficiali con il grado di tenente, con stipendio ed una carriera assicurata salvo “incidenti del mestiere”. Le spese dei corsi sono a carico dello Stato, per meglio dire a carico dei cittadini tutti attraverso le imposte e tasse cui siamo assoggettati. Gli allievi ricevono vestiario, cibo, libri ed ogni altro genere ed uno stipendio iniziale a carico tutto della comunità». 
Passando più in dettaglio alla formazione, Carmine Buffone ricorda che «i corsi nelle materie giuridiche sono tenuti da professori universitari di notevole professionalità, che si avvalgono poi del titolo onorifico di insegnanti presso un'Accademia. Vengono spesso da università lontane con diritto a rimborsi sia per le spese di viaggio sia per le loro prestazioni. Tutto a carico dello Stato, cioè di noi tutti. In effetti la laurea che conseguono gli ufficiali della G.di F. è a carico dello Stato».
Dopo l'analisi del "presente", Buffone passa alla parte propositiva: 
«Orbene, se la G. di F., invece di arruolare giovani diciottenni, arruolasse direttamente già laureati in legge o economia e commercio con titoli e meriti specifici si avrebbe come effetto un risparmio dei costi quinquennali citati. Basterebbe per la formazione degli ufficiali un corso specifico della durata fra i 6 ed i 12 mesi massimo [...]. Arruolare uomini e donne laureati, e non giovanetti diplomati, con 110 e lode darebbe la certezza di avere persone culturalmente preparate e pronte per una professione che richiede sempre più conoscenza. Si eliminerebbe o quanto meno si ridurrebbe ai minimi termini il fenomeno della raccomandazione [...] . Una commissione fatta [...] dagli stessi ufficiali del Corpo senza la presenza di garanzia di un magistrato, di fatto si trova a subire pressioni politiche o gerarchiche che potrebbero condizionare lo svolgimento del concorso. Negare che le raccomandazioni non possano avere il loro peso è voler negare un’evidenza rilevata del resto anche in certe relazioni della Corte dei Conti o altre Amministrazioni dello Stato. Una conferma indiretta poi si potrebbe trovare nel vedere che sempre più figli di ufficiali del Corpo, di altre forze armate o di altre amministrazioni pubbliche, sono vincitori di concorso per accedere all’Accademia in questione.»
Carmine Buffone mette poi in evidenza le differenze con l'attuale sistema di formazione degli allievi ufficiali: 
«Uno studente universitario diligente per conseguire la laurea dedica tutte le sue energie ed il tempo allo studio delle materie [...] e a volte non nei termini dei 5 anni. I cadetti dell’Accademia, al contrario, devono dedicare una notevole parte del loro tempo ad altre attività tipiche militari: esercitazioni di tiro, marce, campi di addestramento militare [...], attività sportive quali scherma, equitazione, che non serviranno certo nel futuro della loro vita professionale, lezione di ballo e di etichetta [...], tutte materie che vengono tenute in gran conto e che con la loro votazione possono determinare la classifica di merito per il futuro della carriera di un aspirante ufficiale»

Buffone fa, poi, un interessante parallelo tra gli esami sostenuti in Accademia e quelli sostenuti in una Università statale: 
«Uno studente universitario nell’affrontare esami complessi come il diritto privato o procedura civile o penale anche se preparato spesso non supera la prova. In queste materie si richiede una preparazione che va oltre e pertanto va ripetuto. In Accademia questo non succede perché stranamente tutti sono preparatissimi, anche se poi gli esami si svolgono come alla lotteria. Si estraggono due numeri dal panierino contenente 10 numeri e si sceglie uno di questi e si viene interrogato sulla tesina corrispondente scelta dall’allievo. Il professore non è libero di chiedere un suo argomento mentre l’allievo è libero di manovrare il panierino..!!!. Al massimo si è rinviato ad altra sessione ma il ciclo di studi si termina nei 5 anni salvo rarissimi, dico rarissimi casi.»
Carmine Buffone ricorda anche il fenomeno del riconoscimento degli esami sostenuti in Accademia per il conseguimento della laurea presso Università statali, negli anni in cui gli allievi ufficiali non conseguivano, come ora, la laurea al termine del percorso in Accademia: bastava - afferma Buffone -  «versare un contributo, sbattere i tacchi, fare un bel saluto militare e prendere così la tanto agognata pergamena.»
Così, Buffone conclude il suo intervento: 
«Avere pertanto laureati con il massimo dei voti con lode [...] [porterebbe ad un] risparmio di costi potendo limitare il corso di formazione professionale allo specifico di polizia fiscale. Se poi eliminassimo lo specifico carattere militare si guadagnerebbe in risparmi ancora più evidenti. Si pensi solo a quanto costa alla G.di F. il mantenimento efficiente di fucili mitragliatori, di cannoni senza rinculo, di bombe a mano e di armerie in genere, tutto materiale che non serve alla vera lotta all’evasione fiscale di questo paese. Una piaga, l’evasione, che è la più alta in Europa nonostante l’Italia abbia una polizia militare di oltre 65.000 persone fra uomini e donne, unica polizia militare in Europa e nel resto del mondo quale retaggio monarchico fascista.

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