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Ma veniamo a Carnage, che in originale significa 'massacro'. Il film è tratto da una nota pièce teatrale portata sui palcoscenici di tutto il mondo da Yasmina Reza (che qui ha collaborato alla sceneggiatura), chiamata Il Dio della Carneficina. Si parla di due coppie di genitori che si incontrano per cercare di capire cosa sia successo ai loro rispettivi figli, che mentre stavano giocando ai giardini pubblici sono venuti alle mani suonandosele di santa ragione. L'incontro dovrebbe essere 'chiarificatore' e 'pacificatore', preceduto dalle formali scuse di rito, a cui seguono colte elucubrazioni sul disagio minorile e la violenza latente negli adolescenti. Solo che, piano piano, i discorsi si fanno sempre più specifici e personali, fino a toccare corde tese e nervi scoperti delle due famiglie, e degenerando ben presto in una rissa senza quartiere che non lesina alcun colpo basso.
La morale è chiara: spesso e volentieri i genitori sono ben peggiori dei figli, e molti episodi di violenza cieca, apparentemente inspiegabili, potrebbero forse essere evitati se si sapesse qualcosa in più dei rapporti umani all'interno delle famiglie, parecchie volte tutt'altro che irreprensibili come appaiono all'esterno. Durante la discussione infatti accade di tutto: le due donne diventano delle belve assetate di sangue, i mariti sembrano coalizzarsi contro di loro in nome di un comico 'orgoglio maschile', i rispettivi matrimoni si riveleranno dei castelli di carte pronti ad essere spazzati via alla prima folata di vento, e alla fine tutti e quattro si ritroveranno, perlappunto, 'massacrati' e drammaticamente sconfitti: il Dio della Carneficina ha avuto inesorabilmente il sopravvento.
Il film scorre via che è una meraviglia, i 79 minuti scarsi di pellicola volano d'un fiato, tra battute sarcastiche e scene madri da ricordare. Polanski come un allenatore vecchio e saggio si limita a lasciar fare, e i quattro attori sembrano davvero nati per questo ruolo, non sembra nemmeno che recitino... Questa, mi viene da dire, è la grande differenza tra il nostro cinema e quello d'Oltreoceano: anche noi abbiamo registi e sceneggiatori che non hanno niente da invidiare a quelli di Hollywood quanto a inventiva e tecnica (anzi!). Difettiamo però, clamorosamente, a livello di interpreti: e vedendo Carnage è impossibile non rendersi conto dell'abisso che ci separa tra noi e loro. Le prestazioni di Waltz e Reilly sono semplicemente perfette. La Foster, come sempre, è una 'macchina da recitazione', quasi mostruosa nella sua bravura. La Winslet, osannata dalla critica, è forse l'unica che va un po' sopra le righe... ma è davvero un peccato venale per una pellicola che, alla fine, rasenta davvero la perfezione.
VOTO: *****
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