Una domenica di sole un bambino si lasciava vestire per il pranzo della festa. La tata, una tata bionda e misera e grassa, spiegava la camicia sulla quale era ricamata una caravella e una fila di bottoni faceva riflesso della luce e il riflesso odorava di glicine e gli altri fiori secchi che riposavano in una coppa per rallegrare la stanza. Il bambino sapeva che avrebbe sceso le scale e avrebbe trovato un tavolo grande, più alto di ogni altra cosa, e al confine del tavolo un padre fragrante di colonia dal collo un po’ strozzato per via di una cravatta squisita e lucidissima. Egli avrebbe inciso un budino di brodo ristretto e una volta giunti al culmine del pranzo avrebbe fatto scoprire un vassoio e nel fumo sarebbe apparsa un’anatra incrostata di sale e ancora sfrigolante; ed egli l’avrebbe tagliata nel senso della lunghezza, dal cerchietto dell’ano fino alla gola e nel piccolo spazio del corpo si sarebbe rivelata una pasta di formaggio e altra materia speziata da mangiare col pane.
Sapendo tutte queste cose, che accadevano ogni domenica, il bambino si lasciava vestire. La tata portava forcine dorate e parlava con una voce e l’accento dei popoli dell’est. Quando si chinava il bambino ne sentiva i movimenti, la morbidezza delle braccia da fornaia e le ginocchia farcite grasso. Così la tata lo vestiva e gli mostrava una nuca bionda e poca peluria sul collo. Quella domenica accadde che essa starnutisse: piccole gocce di fresco si posarono sul dorso del piede del bambino come un’acquasanta. La tata, che se ne accorse, pulì con un lembo della manica e lunghi rintocchi suonarono dal campanile del paese. In quel momento il bambino pensò alle passeggiate in piazza nelle mattine incerte, quando il tempo è rancoroso e non si sa se metterà a pioggia. Il bambino pensò a quelle passeggiate e provò compassione per i piccioni, le uniche creature a lui note che avessero un piccolo spasimo, come un tremito o una vergogna, ogni volta che sporcavano di guano un cornicione o un monumento – e quasi senza ragione, o forse per troppe, lo stomaco strinse un nodo che non poté più essere sciolto.
Magazine Cultura
Possono interessarti anche questi articoli :
-
“Alla ricerca di Vivian Maier” documentario di John Maloof e Charlie Siskel: la...
Un documentario nominato all’Oscar, la storia della baby-sitter che amava fotografare chiunque e un’immensa produzione artistica, tra le più interessanti del... Leggere il seguito
Da Alessiamocci
CULTURA -
Extension du domaine de la lutte [VEVEY]
Adoro il freddo. Quello pungente che sferza il viso è il mio preferito, ma stamane, forse complice il sonno arretrato, non riesco ad apprezzare i -5 gradi che... Leggere il seguito
Da Librimetro
CULTURA, LIBRI -
I Tesori di Jolly Roger (N°11): Dinosauri Assassini!
Puntata solo apparentemente disimpegnata di Jolly Roger.Perchè pur trattando un sotto-sotto genere molto trash il buon Marco lo fa con il solito ammirabile... Leggere il seguito
Da Giuseppe Armellini
CINEMA, CULTURA -
#32 Teaser Tuesday!
«Uno scrittore? Ohcchebbello!» L’urlo di Tata Katie mi riporta alla realtà. «Io adoro leggere e anche scrivere figurati che ho pure un blog cioè è piccolo ma è... Leggere il seguito
Da Chiara
CULTURA, LIBRI -
CON UN POCO DI ZUCCHERO di Chiara Parenti
Oggi vi presento con molto piacere una nuova uscita targata Rizzoli -Youfeel.Chiara Parenti, che abbiamo già avuto modo di apprezzare con il romanzo... Leggere il seguito
Da Linda Bertasi
CULTURA, LIBRI -
“Le piccole cose della felicità” di Ilaria Palmosi
Una storia d’amore e d’amicizia dove la felicità ha il sapore delle piccole cose. Doralice Incanto ha ventotto anni, è un post doc, una professoressa precaria... Leggere il seguito
Da Vivianap
CULTURA, LIBRI, RACCONTI, TALENTI