Magazine Diario personale

Carne diem

Da Il Gazzettino Del Bel Mondo

joachNon si capisce proprio tutto questo polverone. Meno che mai l’inutile allarmismo foriero di opposti talebanismi da social network. Le vedo già le salmerie (forse potremmo dire “salumerie”) dei sarcofagi arretrare al cospetto dell’avanzamento dialettico vegano. Sono decenni che si sostiene e che si sa. Si sa, cosa? Ma che non bisogna abusarne. Il concetto è quello, alla fine. Ora si teme un crollo, addirittura, dell’industria alimentare nazionale. La vendetta della melanzana sullo stinco?

Si spera solo che le persone siano più intelligenti dei proclami disinformativi. Intanto chi va da McDonald ed affini, non è che smette perché ha letto su Internet che la carne sarebbe cancerogena (è non è vero). Anzi: chissà se sa o ha mai saputo che troppa carne… troppo zucchero… troppo di troppo, non fa bene? Vero che l’eccesso piace e, talvolta, fa status symbol ma qui si rischia la deriva contraria. Soprattutto un’inutile deriva contraria, quando basterebbe ritornare all’antico “est modus in rebus”. Il troppo stroppia.

E se, invece, ripartissimo riappropriandoci del “buon gusto”? Perché la “buona cucina” non ha mai ucciso nessuno, semmai ha da sempre regalato piacevoli esistenze parallele da condividere con le persone più care. Non sappiamo più godere e ce lo siamo dimenticati. Palati cotti dall’industria dei cibi pronti da cucinare senza perdere tempo perché il tempo è denaro.

Carne diem, allora… [R.S.]



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