Magazine Società

carne giovane

Creato il 04 luglio 2014 da Plus1gmt

Se a cinquant’anni siete come me che ai concerti odiate tutti perché nessuno capisce quello che succede come lo capite voi, nessuno si merita le vibrazioni della musica più di voi, nessuno va a tempo meglio di voi e nessuno sa mettere etichette così appropriate su cose, persone, animali, situazioni, atteggiamenti, opere e omissioni, ecco io posso farvi risparmiare tutto il tempo dell’introspezione e della ricerca della causa di cotanto disagio e darvi la risposta sul solito piatto d’argento delle generalizzazioni da tanto al mucchio. Volete che vi dica di quale malessere siete afflitti?

La causa del disagio è tutta insita in quella massa di giovinezza che vi saltella e rolla e beve e vi fuma intorno e alla quale quale non potrete mai più congiungervi per quell’interstizio di tempo che qualcuno ha posto tra voi e loro, e che come uno strato di materia indeformabile si manterrà immutata e costante a sancire per sempre lo stesso divario e a spremervi fuori, soprattutto, tutta l’invidia che condiziona il vostro giudizio. “Invidioso io di quattro sbarbati condannati a essere precari e bamboccioni e a pagarsi concerti di gruppi che dei CCCP non valgono nemmeno lo sporco delle unghie con la paghetta dei nonni?” già vi sento mormorare pregni della vostra indignazione.

Proprio così. Se volete un consiglio, però, e dal momento che siete passati anche voi da quella fase lì che ora vi sta fortemente urtando perché voci post-adolescenziali ubriache di alcolici di qualità discutibile stanno coprendo il cantato del gruppo che – notate bene – è espressione proprio di quella generazione lì e siete voi quelli fuori posto, dovreste saperlo bene, se volete un consiglio, dicevo, ai giovani non piacciono quelli di mezza età che tentano di mescolarsi a loro sia con l’intento diretto di empatizzare che con l’intento finto di criticarli, che nasconde però l’intenzione di suscitare comunque la gratitudine per aver steso un ponte culturale tra i CCCP e Lo stato sociale.

Per cui anche se morite dalla voglia di essere accettati da quei giovani sia che siano figli, nipoti, amici dei figli o dei nipoti, alunni, vicini di casa o incontri occasionali sui mezzi pubblici, siete a rischio di essere smascherati e fare una pessima figura da supergiovani nel migliore dei casi, da pedofili nel peggiore.

Quindi sentitevi pure liberi di comportarvi come me. Osservateli e basta, possibilmente senza farvene accorgere e passare per guardoni. Osservate la carne perché è poi quello che vi induce a comportarvi cosi, la carne che così ve la potete scordare, insieme ai tatuaggi e ai buchi, alle zazzere multicolore e cappellini, alle borse e alla bigiotteria, alle marche di tabacco sfuso che costa di meno del condensato, ai modelli di smartphone sguainati verso l’alto a digitalizzare il mondo, ai voli low cost che se li avessimo avuti noi anziché l’Eurolines.

Osservateli quando sono da soli, a piedi o in bici, quando sono in due e in coppia e si baciano, quando sono in tre a passarsi una bottiglia di vino da supermercato, in quattro a prendere il sole in orari nei quali la società li vorrebbe produttivi, in cinque a riempire l’auto di papà per partire verso le spiagge della Puglia, in sei al parco a fumare erba, in sette a occupare un tavolo della biblioteca e preparare l’ultimo esame di un corso di laurea triennale che nessuno del vecchio ordinamento ha mai bene capito cos’è.

Osservate le schiene nude delle ragazze, i tricipiti da palestra dei maschi, le spine dorsali fiaccate da computer portatili, le dita agili su dispositivi touch, i bacini e le anche compromesse da calzature inadeguate e indossate erroneamente, la cellulite a quindici anni.

Spiateli pure, annotate su blog come questi i loro movimenti, segnatevi gli argomenti di discussione, seguite le loro gesta sui social network, scrivete libri e racconti. Se avete giovani d’oggi in casa perché li avete prodotti in tempi non sospetti, quando ancora potevate aspirare a una somiglianza con voi, o se avete la fortuna di averli come componente fondamentale del vostro lavoro perché siete insegnanti, educatori o animatori, vi prego studiateli come una specie protetta, come nuove entità predestinate a occupare gli spazi che i nostri antenati hanno lasciato a noi per ben altre necessità. Guardateli da lontano senza intromettervi, e che sia quella la nostra unica passione, la carne dei ragazzi che così viva noi non l’avremo mai più, la testa dei ragazzi che proprio, a una certa età, chi la capisce è bravo.



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine