Carnevale
Autori Vari
Edizioni XII
320 pagine, 19.50 euro
Dalle abitudini raggrinzite della realtà emerge ogni anno un nuovo disordine, insieme tradizione e sberleffo, travestimento e rivelazione, seduzione e raccapriccio. Il mondo si rovescia, le convenzioni svaporano: è l’apoteosi del paradosso, il trionfo dell’errore.
Carnevale.
Storie e maschere spogliate e rivestite dal tempo, attinte senza pudori dalle più vaste fonti, rispettando la sola regola che sia possibile applicare in un giorno simile: aspettati tutto.
In un turbinio di coriandoli insanguinati.
(Fonte: quarta di copertina)
Commento
Non cercherò nemmeno di negare che ho un occhio di riguardo per le proposte di Edizioni XII. Farlo sarebbe scorretto e conforme a certi intrallazzi dell'ambiente italiano, che da sempre critico sul mio blog.
Però va da sé che la mia stima per i “dodicesimi” nasce dalla pregevole lavoro che stanno portando avanti oramai da diverso tempo. Lavoro di ricerca, di scouting, di documentazione e di proposte non conformi allo scialbo panorama dell'editoria di genere nostrana.
Questa meticolosità nel proporre materiale di valore lo si denota soprattutto nelle antologie.
Se mi seguite da un po' di tempo saprete come la penso sulla gestione antologica degli editori italiani. Ossia: tutto il male possibile. Si tratta quasi sempre di lavori scoordinati, in cui l'unico filo d'Arianna è quello dello scambio di favori: lo scrittore X invita Y, Z e W a partecipare all'antologia che deve curare, così un domani Y inviterà a sua volta X, Z e W, e via dicendo. Ho dei simpatici aneddoti che purtroppo, per motivi di privacy, non posso riportarvi, ma che darebbero un quadro perfetto di tali meccanismi malsani.
Per fare una buona raccolta di racconti serve ben altro. Coordinazione. Sforzi comuni e concertati. Un'idea di base.
Carnevale segue questo semplice schema, riuscendo così a proporre un'antologia omogenea nello schema portante ed eterogenea negli stili propri di ciascuno scrittore coinvolto nel progetto.
Il sopracitato schema portante, va da sé, è il carnevale. Festa quantomeno bizzara e misteriosa, pagana più che religiosa, portatrice di soprese e “scherzi”. Ancor più quando si tratta di Venezia, città regina di questa festività. Partendo da tale spunto l'antologia offre una serie di racconti che vanno dal fantastico al thriller esoterico, passando nel delicato campo dell'urban fantasy e del gotico moderno.
Non c'è dunque unità di generi, anche se il lato misterioso del carnevale è quello che più funge da filo conduttore per gli autori coinvolti nel progetto. Ciascuno di loro ha scelto una maschera, un archetipo carnevalesco, adattandola alla storia che aveva in mente. Se dovessi riassumere l'intera recensione in una sola parola, essa sarebbe questa: elegante.
Carnevale è elegante, raffinato anche laddove parla di morte, di pestilenza e di demoni assortiti. Anche lo stile dei vari racconti pare accurato e preciso, dando quindi l'impressione di aver lasciato ben poco al caso. Ogni tanto tale raffinatezza toglie un po' di spirito ad alcuni racconti, che sembrano fin troppo limati per raggiungere una perfezione strutturale meticolosa ma un po' troppo artificiale.
Il livello medio è comunque molto buono (per la serie: ad avercene!). Eviterò lo sterile esercizio di stilare una classifica di merito, anche perché molti degli scrittori coinvolti li conosco – seppur in virtuale – da troppo tempo. Voglio quindi citare unicamente quei tre racconti che, a parer mio, superano il livello del “buono” per attestarsi sull'ottimo.
In primis Veni Etiam, di Riccardo Coltri. Una splendida storia di demoni del legno, di leggende veneziane e di echi di un passato esoterico che si scontrano col nostro presente relativistico.
Cito poi Tres, di Simone Corà, storia di una festa in maschera che riserverà la più disgustosa e truculenta delle sorprese. Ossia: come narrare qualcosa di obiettivamente nauseabondo con un piglio comunque raffinato. Ho visto scorci di Cronenberg, seppur in versione carnevalesca.
Infine Non dimenticare mai, di Gabriele Lattanzio, malinconico al punto giusto per un lettore come sono io. Anche se il punto forto del racconto è la rivisitazione del mito di Pulcinella, “colui che danza e schiamazza ed è perennemente affamato”.
Spendo le ultime parole per la veste grafica, splendida, di Carnevale. Le tavole a colori degli artisti del team Diramazioni impreziosiscono e completano il valore delle parole e dei racconti. In tal modo un libro diventa anche un oggetto da collezionisti e, perché no, un piccolo, pregevole insieme artistico. Una scelta editoriale, non comune in Italia, che conferma la mia scelta di usare la parola “elegante” per descrivere questa antologia.
La scheda di Carnevale.