Non solo carri, sfilate e maschere, almeno 12 milioni di chili di dolci tipici di carnevale sono consumati dagli italiani che riscoprono in questa occasione le tradizioni locali anche con il ritorno alla preparazione casalinga ed il recupero di ricette antiche. E’ quanto stima la Coldiretti che in occasione dell’ultimo weekend prima del martedì grasso del Carnevale 2016 ha stilato la mappa regionale delle specialità.
(dolciacasa.com)
Carnevale, Coldiretti: tutti i dolci tipici regione per regione. Berlingozzi e cenci in Toscana, cicerchiata in Abruzzo, brugnolus e orillettas in Sardegna, galani in Veneto, sfrappole in Emilia Romagna, bugie in Liguria, chiacchiere in Basilicata, struffoli e sanguinaccio in Campania, crostoli in Friuli, frappe e castagnole nel Lazio, pignolata in bianco e nero in Sicilia e grostoi in Trentino, sono – sottolinea la Coldiretti – solo alcune delle specialità gastronomiche censite a livello regionale che gli italiani riscoprono nei giorni di Carnevale, con il picco dei consumi proprio nel week end prima del martedì grasso.
Se la pasticceria artigianale è in crescita con i consumi degli italiani in aumento dello 0,7% nel 2015 secondo Databank, non manca chi si dedica alla preparazione casalinga per risparmiare ma anche – precisa la Coldiretti – per il piacere di esprimere la propria creatività personale nella realizzazione di dolci da offrire in famiglia o a parenti ed amici. Partendo da ricette regionali che utilizzano soprattutto ingredienti semplici come farina, zucchero, burro, miele e uova è possibile fare una ottima figura spendendo meno di 5 euro al chilo facendo anche fronte ai consumi energetici per la cottura.
Al contrario per l’acquisto al forno od in pasticceria si spendono dai 15 ai 30 euro al chilo, prezzi sostanzialmente stabili rispetto allo scorso anno. La preparazione casalinga offre anche la possibilità di assicurarsi la qualità e la freschezza degli ingredienti, che fanno la differenza sul risultato finale, a partire dalle uova e dal miele che – continua la Coldiretti – possono essere acquistati anche nei mercati degli agricoltori di campagna amica dove sono offerti a volte anche dolci della tradizione contadina che nulla hanno a che fare con i prodotti industriali low cost.
Non è solo per questo però che i dolci casalinghi sono preferiti dai bambini che – precisa la Coldiretti – stanno riscoprendo l’orgoglio di mostrare a scuola o nelle feste private l’abilità in cucina delle proprie mamme. Il fatto che una porzione di 50 grammi di frappe contenga 235 chilocalorie significa che un consumo moderato non ha effetti drammatici sulla dieta e sulla salute anche perchè la privazione in un momento di festa, soprattutto per i più piccoli, – sostiene la Coldiretti – può avere effetti negativi sull’umore.
Il Carnevale – ricorda la Coldiretti – prende le mosse dalla tradizione della campagna, dove segnava il passaggio tra la stagione invernale e quella primaverile e l’inizio della semina nei campi che doveva essere festeggiata con dovizia. I banchetti carnevaleschi – conclude la Coldiretti – sono molto ricchi di portate perchè, una volta in questo periodo si usava consumare tutti i prodotti della terra, non conservabili, in vista del digiuno quaresimale.
Ecco una mappa dei dolci tipici di carnevale per regione
- ABRUZZO: cicerchiata, gnocchetti grandi come ceci, fritti, guarniti con zucchero caramellato e miele e decorati con i canditi e confettini;
- BASILICATA: chiacchiere, nastri di pasta dolce fritti e spolverati di zucchero a velo torta da sanguinaccio, taralli al naspro, zucchero caramellato;
- CALABRIA: pignolata, piccole sfere di pasta dolce, fritte in olio di oliva e unite tra di loro dal miele e chiacchiere;
- CAMPANIA: struffoli, bastoncini con zucchero, miele e frutta candita, fritti e con confettini colorati, zeppole e sanguinaccio, crostata con sangue di maiale e cioccolato;
- EMILIA ROMAGNA: sfrappole e lasagnette, tagliatelle dolci fritte bagnate con succo di arancia e cosparse di zucchero a velo;
- FRIULI VENEZIA GIULIA: crostoli, le frittelle e – segnala la Coldiretti – le castagnole;
- LAZIO: frappe fritte o al forno e castagnole gustose e morbide palline di pasta fritta riempite di ricotta o crema pasticciera;
- LIGURIA: bugie nastri di pasta dolce fritti e spolverati di zucchero a velo;
- LOMBARDIA: tortelli, dolci fritti cosparsi di zucchero e cannella o farciti con crema o con uvetta;
- MARCHE: scroccafusi, palline di pasta con cannella e scorza di limone prima lessate in acqua bollente e poi fritte. spolverati di zucchero e bagnati con alchermes.
- MOLISE: scorpelle, dolcetti ricoperti di miele e Struffoli;
- PIEMONTE: bugie, rombi o nastri fritti;
- PUGLIA: chiacchiere e frittelle;
- SARDEGNA: brugnolus, a base di farina, uova e purea di patate, fritti e avvolti nello zucchero e orillettas, listarelle di pasta intrecciate, fritte e ricoperte di miele;
- SICILIA: pignolata dolce metà bianco e metà nero composto – precisa la Coldiretti – da pezzettini di pasta fritti e ricoperti da glassa al limone o cioccolata e ravioli fritti con crema o ricotta;
- TOSCANA: berlingozzi, ciambelle e cenci, nastri di sfoglia fritti;
- TRENTINO A.A.: grostoi, nastri di pasta dolce fritti e spolverati di zucchero a velo;
- UMBRIA: frappe e struffoli, bastoncini con zucchero, miele, frutta candita fritti e guarniti con confettini colorati;
- VALLE D’AOSTA: bugie, tortelli con uva sultanina ammorbidita nel rum e ricoperti di zucchero e – continua la Coldiretti – panzerotti alla marmellata;
- VENETO: galani, strisce quadrate o rettangolari fritte, frittelle e castagnole bocconcini fritti. (AGI)