Si è concluso nella giornata di Martedì Grasso il Carnevale d’Ivrea, con la vittoria della squadra della Morte, con una votazione suddivisa nel 60% combattività, 25% immagine e 15% fair play; secondi classificati invece i Tuchini del Borghetto. I carri migliori invece sono stati il numero 45, gli Scorpioni del Tiranno, e la lettera I, i Balestrieri d’Albeto.
Per le nove squadre storiche d’Ivrea, quest’anno il Carnevale non è stato tra i più semplici. Dapprima le contestazioni per il prezzo d’ingresso in città, aumentato da 5 a 8 euro, che ha portato non solo proteste e contrasti tra il Comuni e gli stessi cittadini residenti, bensì anche un netto calo di spettatori esterni. Ancora, il meteo, che al contrario di dimostrarsi clemente ha deciso di scatenare pioggia, neve e freddo proprio nelle giornate di battaglia.
Dopo le serate di festa di Giovedì Grasso, dove era obbligatorio il travestimento divertente, e di Sabato, dove invece c’è stata la presentazione della Vezzosa Mugnaia di quest’anno, Cristina Mondino Pollono, e dove le squadre hanno invaso la città con balli nelle piazze, divise e cori quasi ultras, le famose battaglie con le arance hanno avuto luogo nelle giornate di domenica, lunedì e martedì, sempre tra le 14 e le 17 del pomeriggio. Il calo degli spettatori dovuto a prezzo d’ingresso e maltempo non è stato dannoso come prospettato; l’atmosfera di Ivrea, grazie alle decorazioni e all’entusiasmo dei partecipanti era festosa e contagiosa. Le squadre (Scacchi, Picche, Morte, Tuchini del Borgetto, Arduini, Mercenari, Diavoli, Pantere e Credendari) hanno invaso i punti strategici della città: ogni squadra ha la propria roccaforte da cui tira le arance ai carri. La leggenda narra che le squadre tiratrici siano il popolo ribelle in lotta contro i soprusi del regnante e dei suoi scagnozzi, impersonificati dai cinquantuno carri. Ogni carro ha un nome che lo identifica e che dirige il tema delle persone che gli stanno sopra: si avevano così, ad esempio, i Boia del Tiranno, i Falconieri, i Nobili Alfieri, i Traditori del Tiranno. Come sempre, una grande quantità di berretti frigi ha invaso le viuzze del centro e i margini delle piazze, facendo da pubblico al più spettacolare Carnevale italiano.
Copyright Arianna Gallo
Purtroppo nel pieno pomeriggio di domenica, prima giornata di battaglia, due incidenti hanno fatto sospendere per alcuni minuti i combattimenti. Infatti, c’è stato un personaggio di un carro colpito dal lancio di un sanpietrino – di cui si dovrà individuare il colpevole -, e i lanci di alcune cassette delle arance. In ogni caso, a parte questi due contundenti, i feriti lievi sono stati limitati, ma prevedibili: i nasi rotti, gli occhi pesti e il corpo dolorante sono parte integrante e anzi motivo di orgoglio per le squadre epoderiesi.
La festa del Carnevale si è conclusa nella serata di Martedì Grasso con l’abbruciamento dello Scarlo, un momento simbolo per Ivrea: mentre viene appiccato il fuoco allo Scarlo, un palo di erica e ginepro che simboleggia buon auspicio, e fino a quando le fiamme bruciano la bandiera tricolore posta in cima ad esso, la Mugnaia deve levare alta la spada. Solo se la fanciulla riuscirà a tenere alzata la spada lungo tutto l’abbruciamento, la città avrà un anno buono.
Copyright Arianna Gallo
Copyright Arianna Gallo
Copyright Arianna Gallo
Copyright Arianna Gallo
Copyright Arianna Gallo
Copyright Arianna Gallo
Copyright Arianna Gallo
Copyright Arianna Gallo
Copyright Arianna Gallo
Copyright Arianna Gallo
Copyright Arianna Gallo
Next post