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Carnevale da BobSaintclair

Creato il 12 febbraio 2013 da Vidi

Il concorso di Carnevale si è appena concluso. Ancora non è stato proclamato il vincitore, ma per chi volesse saperlo può andare al blog di Bob  ed anche al sito di Scrivolare per leggere tutti i racconti in gara.
Io intanto, nella speranza di incuriosirvi, pubblico qui il mio raccontino. 
Carnevale da BobSaintclairDICIANNOVE
Il sogno di un’avventura con una dama mascherata aveva sempre intrigato Andrea e quando capitò un last minute per il carnevale di Venezia, prezzo modico tutto incluso, acquistò l’offerta anche con la recondita speranza di realizzare il sogno. 
Aveva noleggiato abito e maschera, e lasciate le valigie in albergo si tuffò nelle calli; si trovò in un turbinìo di cicisbei e dame, ma nessuna sembrava avere il suo stesso sogno. Imbruniva quando solo e un po’ deluso guardò l’ora: le 19. 
19, il numero della risata. A dirla tutta aveva riso pochino quel giorno. 
Tra mezz’ora in hotel avrebbero servito la cena, meglio rientrare. Si avviò ma andava già da un po’ e dell’albergo nessuna traccia, anzi più si inoltrava e meno si orientava. Arriverò tardi per la cena, pensò, e guardò l’ora: le 19. Ma come, erano le 19 quando mi sono avviato. Che scherzo è? Voltò l’angolo stranito e se la trovò davanti: una nuvola rosso e oro, maschera bianca, labbra vermiglie, merletto scarlatto dipinto intorno agli occhi e due iridi profonde in cui si perse. Lei lo prese per mano senza parlare ed egli in silenzio la seguì.
Si trovò in una stanza con tappeti, stucchi, arazzi, il camino acceso e un grande letto a baldacchino con tende di damasco. Quando lo abbracciò, Andrea fece per toglierle e togliersi la maschera, ma lei con un cenno di diniego lo fermò e chiuse le tende.
In quel bozzolo damascato che li isolava dal mondo il sogno stava per materializzarsi, ma Andrea voleva vederlo in volto quel sogno, così allungò nuovamente la mano verso la maschera.
- Signore? Signore, mi sente?
Un volto e una voce maschili. Andrea si trovò sdraiato su una panchina con un tizio che lo scuoteva. 
- Meno male, si è ripreso! L’ho visto abbandonato su questa panchina e ho pensato al peggio. Sarà la maschera tutta chiusa, a molti capita di avere un mancamento. Se la tolga, starà subito meglio.
Andrea si sollevò, tolse la maschera, ringraziò e si fece indicare la strada per l’hotel. 
Era stato uno scherzo della fantasia la dama. Ma come c’era arrivato sulla panchina? Non ricordava proprio.
Ecco l’hotel. Chissà se ancora posso cenare, pensò, e guardò l’ora. Le 19!
Basta, ora vado su, faccio i bagagli e vado via, pensò salendo rapidamente in camera. Accese la luce e aprì l’armadio. 
E si trovò dinanzi una nuvola rosso e oro e due iridi profonde dietro una maschera bianca con labbra vermiglie e merletto scarlatto. 
Alzò la mano verso la maschera e l’occhio gli cadde sull’orologio: le 19.  


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