Carnevale della letteratura #4: il tempo

Da Leonardo Petrillo @92sciencemusic

"Quanto più del tempo si tiene a conto, tanto più si dispera d'averne che basti, quanto più se ne gitta, tanto par che n'avanzi." Giacomo Leopardi, Lo Zibaldone
Benvenuti alla 4ª edizione del Carnevale della Letteratura!
La tematica di questa edizione è davvero ampia e suggestiva: "il tempo".
Come tradizione nei Carnevali su Scienza e Musica, la presente edizione verrà aperta da una ricca introduzione sul tema prescelto (con particolare riferimento al tempo dal punto di vista cronologico), a cui seguiranno ovviamente i contributi dei vari partecipanti alla kermesse.
Prima dell'introduzione, tuttavia, vorrei segnalarvi un ottimo prequel scritto da Marta Saponaro, sul suo blog LETTORENONPERCASO, che vi consiglio caldamente di leggere.
Signore e signori, la "chilometrica" introduzione parte subito dopo il "conto alla rovescia musicale".

Da migliaia di anni numerosi intellettuali hanno cercato di rispondere a una domanda apparentemente semplice ma, in verità, assai complessa: che cos'è il tempo?
Già nel 350 a.C., Aristotele, nell'opera intitolata Fisica, si era chiesto se "il tempo appartiene alla categoria di ciò che esiste o a quella di ciò che non esiste".
Siamo nel 2013 e ancora oggi risulta impossibile dare una definizione univoca di tempo, dato che tal concetto presenta una moltitudine di sfaccettature differenti.
Una definizione univoca, da un punto di vista fisico, si trova infatti solamente quando si parla di intervallo di tempo (o durata), del quale la fisica fornisce una definizione operativa.
Trattasi infatti di un periodo limitato di tempo misurato da un apposito strumento, ad esempio un cronometro.
Infatti, immaginando per esempio la corsa dei 100 metri, l'avvio del cronometro è simultaneo all'inizio dell'intervallo di tempo da misurare, cioè alla partenza dell'atleta, mentre il suo arresto indica la fine dell'intervallo di tempo considerato, ovvero l'arrivo alla meta da parte del corridore.

Ma basta spostarsi in un differente ambito culturale e subito le cose cambiano radicalmente.
Nell'ambito prettamente letterario, il termine "durata" possiede un significato totalmente diverso!
Esso sta infatti ad indicare il rapporto sussistente fra il periodo di tempo necessario al compiersi degli eventi della storia (chiamato tempo della storia) e lo spazio effettivo a loro dedicato nel racconto (denominato appunto tempo del racconto).
Questo spazio, in particolare, si misura in numero di righe di testo, dunque in secondi, minuti o ore di lettura.
D'altronde, nei racconti letterari accade spesso che una vicenda lunghissima nel tempo reale sia condensata in pochissime righe, oppure, può accadere l'esatto contrario, ossia che vengano dedicate pagine o interi capitoli a un evento che, almeno nella realtà, si verifica in tempi effimeri.
Esistono pertanto narrazioni che possono essere denominate "veloci" e narrazioni "lente", narrazioni tese e incalzanti oppure distese e ridondanti.
Ne consegue che ogni produzione narrativa possiede un proprio ritmo, un ritmo che può mutare a seconda delle scelte dello scrittore inerenti alle forme di durata.
Esistono 4 fondamentali forme della durata:
1) Il sommario. Trattasi della narrazione concisa, in poche righe, pagine o capitoli, di avvenimenti che se accadessero nella realtà necessiterebbero di un tempo ben maggiore di quello necessario per la lettura. Ne deriva quindi che, nel sommario, il tempo del racconto è inferiore al tempo della storia. Esistono tanti sommari, quelli che sintetizzano eventi di pochi minuti o ore, così come quelli che coprono tempi assai prolungati, come anni o decenni.
2) L'ellissi. All'interno di una narrazione può accadere di imbattersi in dei veri e propri "buchi". In pratica, il lettore non viene informato in nessun modo riguardo a quanto è accaduto in un determinato periodo di tempo, che non viene riassunto, bensì proprio "saltato". Questi buchi narrativi sono chiamati rigorosamente ellissi ed in esse il tempo del racconto è pari a 0, in quanto non esiste narrazione dei fatti concernenti quel periodo di tempo.
3) La scena. Nella scena il tempo del racconto risulta esattamente uguale al tempo della storia. A giustificare ciò, basti pensare che "scena" è un termine preso in prestito dal linguaggio teatrale.
4) La pausa. La pausa è quella forma della durata in cui il tempo del racconto è maggiore di quello della storia. Questo significa che, nella pausa, il racconto tende a dilatarsi, indugiando nella descrizione dei personaggi, degli ambienti, delle situazioni, oppure lascia spazio a lunghe riflessioni dei personaggi o del narratore.
Indicando con Tr il tempo del racconto e con Ts il tempo della storia, possiamo riassumere il tutto facendo uso di un pizzico di matematica:




Ma sarebbe riduttivo affermare che in una narrazione lo sconvolgimento del tempo possa avvenire solamente mediante le 4 forme della durata sopra elencate.
Infatti, nella narrazione letteraria molto spesso gli eventi non si susseguono in ordine cronologico, ma la freccia del tempo va avanti e indietro a piacimento del narratore.
La successione degli avvenimenti o azioni che segue l'ordine cronologico e i rapporti di causa-effetto viene indicata con il termine tecnico fabula.
A differenza di quanto accade nella vita reale, dove la vita di ogni individuo deve per forza accordarsi con la fabula, nei testi letterari il narratore, per rendere maggiormente avvincente il racconto e generare un effetto sorpresa, spesso decide di abbandonare l'ordine cronologico degli eventi, stravolgendo l'ordine lineare della storia.
Ciò significa che l'intreccio, ossia la disposizione che i fatti della storia hanno nel testo narrativo, spesso non coincide con la fabula.
Ma come avvengono, nello specifico, queste manipolazioni del tempo da parte del narratore?
Semplice, attraverso i procedimenti (anacronie) di flashback e flashforward.
Il flashback, chiamato anche retrospezione o analessi, è un'alterazione dell'ordine cronologico che consiste nel tornare indietro nel tempo, per far osservare al lettore fatti avvenuti prima rispetto al presente della storia.
Il flashforward, detto anche prolessi, è invece il procedimento opposto del flashback ed un tantino più raro.
Esso consiste nello svelare anticipazioni di fatti che accadranno dopo rispetto al presente della storia.
Dirigiamoci adesso, dopo aver constatato come la letteratura può far ciò che vuole sullo scorrere del tempo, verso la questione cruciale, la visione delle diverse concezioni di tempo (cronologico).
C'è da notare che la lingua italiana complica ulteriormente la già spinosa questione, dato che la parola "tempo" oltre a designare il tempo cronologico, indica anche quello atmosferico, a differenza di quanto accade, ad esempio, nell'inglese, dove troviamo una netta distinzione mediante le parole time (tempo cronologico) e weather (tempo meteorologico).

Detto ciò, il tempo, nella sua accezione cronologica, è stato uno dei temi più dibattuti in assoluto da scienziati, filosofi, artisti, letterati e personalità religiose.
Una nozione considerata sin dall'antichità così importante al punto che i greci attribuirono al signore dei Titani - padre di Zeus, Poseidone ed Ade - Crono, proprio il dominio sul tempo.
Andiamo allora a scoprire alcune importanti visioni della nozione di tempo che si sono susseguite nel corso della storia.
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