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Giuseppe Conti, Firenze – Fiere, Rificolone e Ceppo 3 – ( San Simone )

Da Paolorossi

Firenze - Panorama con S.Croce e Porta S.Niccolò in una foto tratta dal libro “Firenze” di Tarchiani Nello, 1878Firenze – Panorama con S.Croce e Porta S.Niccolò in una foto tratta dal libro “Firenze” di Tarchiani Nello, 1878

Non meno caratteristica delle altre, era la fiera dei marroni che nel giorno di San Simone, il 28 d’ottobre, si faceva al « Canto agli Aranci » fra Via Ghibellina, Via del Fosso e Via del Diluvio, presso le Stinche. I sacchi dei marroni erano ammassati a gruppi e si vendevano a staia ai buzzurri e a coloro che poi li rivendevano al minuto in Via del Palagio, dove la fiera si estendeva, ed era uno strepito continuato di quei venditori coi baroccini pieni di marroni, tutti messi a cupola, e nel mezzo ed in cima, i quartucci e le mezzette – la misura d’allora –  già colme, per il primo compratore che via via capitava. Tutti li compravano, perchè quella sera le ballotte o le bruciate e il vin nuovo eran di rito in tutte le case. Si riunivan le famiglie apposta, come si faceva per pasqua o per carnevale.

Ed anche per San Simone, al solito, i rivenditori, o rigattieri, facevan la mostra della mobilia e degli utensili per casa.

La Piazza di Santa Croce era piena di letti di legno e di ferro con le sue brave materasse sopra, ma coi tralicci con certe gore, che rivelavano l’infanzia che ci aveva dormito.

E forse qualcuno ci sarà anche morto, e di che ! V’erano madie, cassettoni, tavole e armadi, perchè in questa circostanza venivano altresì dalla campagna molti di quelli che dovevano essere sposi a carnevale, a comprar la mobilia usata.

Nell’altra metà della piazza c’era la distesa degli attrezzi da cucina d’ogni genere, e di oggetti, d’ogni uso. Eppure molta gente comprava quelle terraglie, tutta robaccia vecchia, adoprata chi sa da chi, utensili gelosissimi usati Dio sa in quali circostanze. E cotesti belli acquisti se li mettevano in casa, come se ci avessero portato un tesoro, perchè, in occasione di malattia, certi oggetti fanno tanto comodo, e a comprarli nuovi ci voleva un occhio! Con una risciacquata, secondo loro, tutto tornava nuovo. Perciò non e’ era da sgomentarsi a metter su casa ; e’ era di tutto, su quella piazza. Perfino le lucernine d’ottone, tegami di rame, padelle, spiedi, insomma chi cercava trovava…. anche più del dovere !

Lo strascico della fiera di San Simone durava tre giorni, finché quella roba non era data via tutta o quasi tutta, perché molti aspettavano a comprare all’ultimo, per spendere forse meno e goder di più.

(Giuseppe Conti, tratto da “Firenze vecchia – Storia, cronaca anedottica, costumi (1799-1859)” , 1899 )


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