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Carnevale, il costume non copiare

Creato il 12 marzo 2011 da Anemophile

So di essere di nuovo in ritardo di parecchio con questo post ma la verità è che la mia creatività rait nao è a soglie bassissime. L’unica cosa che potrebbe rendere lontanamente interessante la lettura è il racconto (breve, molto breve) delle mie avventure con i costumi di Carnevale.

E sì, perché da piccolo e da grande mi sono sbizzarrito parecchio.

– anni 3: il mio costume era quello da MAGGIOLINO. Non sapevo neanche cosa fosse un maggiolino, né che aspetto potesse lontanamente avere ma per fortuna oggi c’è Wikipedia. Il maggiolino è un insetto marrone cacca che non ha alcun senso nel mondo naturale se non quello di costituire un valido costume carnevalesco. Devo confessare che, travestito, non sembravo tanto un maggiolino, e credo fosse perché il costume era verde e rifaldo, e portavo un cappello lungo a punta che mi faceva assomigliare di più a un fagiolino; però era senza dubbio fichissimo. E poi nessuno mi avrebbe mai copiato.

– anni 5 ca.: mi vestii da NUVOLA. Avevo una maglietta celeste con sopra una nuvola di polistirolo, delle calze lunghe celesti di ignota provenienza e le mie bellissime occhio di bue rosse. Per giunta laccate. Che fashion! Tutti me le invidiavano e io ne ero innamoratissimo (tanto che le comprai uguali almeno per tre volte, cambiando solo il numero).

– anni 7 credo (i miei non si ricordano): oh, oh! Ero un tenerissimo SIGNORE CON I BAFFI. Mi ricordo benissimo quei baffi, che si ficcavano nelle narici e ti facevano sudare per quanto erano scomodi. Mi vestii di tutto punto, con la cintura, la camicia e le occhio di bue rosse. E avevo anche la spada blu con l’elsa gialla comprata alla fiera!

– anni boh, diciamo 9: qui non mi inventai niente di originale, mi vestii da TOPOLINO COL NASO ROSSO da ubriaco perché dove comprai le orecchie avevano finito quelli neri. Ma dico io…

– anni forse 12: l’estro cominciava a liberarsi. Mi vestii da QUELLO CHE TROVAI IN CASA: l’uncino di Capitan Uncino, il cappello da cowboy di Topolino (era una fissa), la pistola ad acqua di Paperino (per par condicio) e qualche vestito normale. Scelsi anche un nome geniale, ma la memoria or mi fallisce.

Vabè, tutta sta pantomima per dire da cosa mi sono vestito quest’anno. Ebbene:

– anni 17 quasi 18 mamma mia che traguardo: mi sono travestito da… NERA COZZALA BOMBONA E INCAZZATA PROVENIENTE DIRETTAMENTE DAL GHETTO. È stato forse il costume più difficile da realizzare e quello più bello della festa (non per altro…). Bella, cazzuta e cellulitica, avevo i capelli raccolti in una fascia maculata, gli orecchini a cerchio dorati, una catena dorata al collo e un trucco da far crepare chi cazzo è lui make up artist london the london look. Mi fai una cippa, carino.

Chi ha le palle di copiarmi? Eh? Eh? HEY MOTHAF*CKA!! WHUT D HELL U DOING, HU? OH NO, U WON’T DO IT BABE! E così via, così discendendo.

Carnevale, il costume non copiare

Carnevale, il costume non copiare


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