Quando guardi una pianta che è cresciuta, che hai visto crescere perché tu stesso hai piantato i semi, non poi fare a meno di sorridere, di guardare con più fiducia al domani - apro una parentesi, noi siamo uomini e donne, e ci sentiamo padroni del mondo e forse anche dell'universo, ci basta guardare con un telescopio oltre la luna per trovare questa certezza. E pensare che una volta eravamo così fieri di essere al centro dell'universo e credevamo davvero che tutto ruotasse intorno alla Terra e intorno a noi. Ma poi quell'illusione è finita... ma non voglio spingermi oltre.
Dicevo delle piante: sono nate prima di noi e probabilmente sopravviveranno anche dopo di noi... sono la nostra risorsa principale d'ossigeno del pianeta, una cosa che ci sembra così "naturale" che ce ne dimentichiamo. Un po' superficiale per certe cose la società occidentale. Se ci pensate bene, molte discipline orientali danno grande importanza al respiro, a come respiriamo. Per fortuna ce l'hanno ricordato. Stop.
Ritorniamo alle carnivore. Mi emoziono a vederle così ben cresciute. Da quei minuscoli semini, piccoli come la polvere, si sono sviluppate tante temibili e micidiali foglioline ricche di "colla". Alcune carnivore le ho divise in nuovi vasetti, altre sono rimaste lì stipate, una vicino all'altra, ma appunto - sapendo dell'esperienza delle piante - sapranno cavarsela da sole, e ritrovare il giusto equilibrio di pieni e di vuoti che serve alla loro sopravvivenza.
Ecco qualche foto delle tante Drosere, a settembre inoltrato.
La mia preferita è la spatulata, mi piace il nome che definisce la caratteristica principale di questa Drosera. Ma sono tutte belle: dalla filiformis, alla capensis, alla capensis red. Dove le porto questo inverno?
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