Quello che voglio chiederti è qualcosa di molto più piccolo, anche se forse gli sforzi richiesti per realizzarlo per te saranno enormi.
Caro Babbo Natale per Natale quest'anno vorrei che diffondessi di più il mondo dei libri, della letteratura e della cultura nel mio paese. Vorrei che riuscissi a convincere tutti che leggere è bello, che leggere può aiutare a sentire e a sentirsi meglio. Che i libri possono aiutare ad affrontare la vita di tutti i giorni, o anche solo aiutare a non pensare a quanto di brutto tutti i giorni ci succede. Che riuscissi a convincere anche le teste più dure che i soldi spesi per i libri e per la cultura in generale sono soldi ben spesi, che le parole rimangono, rimangono eccome. Rimangono dentro di chi le legge, e non solo a prendere polvere su una mensola. E rimangono anche in eredità, più di un smartphone che dopo tre anni si rompe, più di un gioco della playstation che dopo qualche tempo potrebbe rigarsi e più di una borsa o di un cappello firmato che dopo qualche anno diventerà liso. I libri rimangono e si tramandano. Magari un po' di polvere per qualche tempo la prenderanno, ma poi arriverà qualcuno (perché qualcuno arriva sempre) che li troverà, li sistemerà e darà loro nuova vita e nuove avventure.
Vorrei che riuscissi a convincere la gente che con la cultura si può mangiare. Magari non subito, magari i primi tempi il pasto sarà un po' scarno, ma poi, se tutti ci crediamo, diventerà ricco, ricco e ancora più ricco. Di soldi, che comunque è ovvio che servono, ma anche di pensieri, di idee, di novità, di futuro, di vita e cose belle.
Vorrei che riuscissi a convincere la gente che uno dei nostri mali peggiori è l'ignoranza. Il non farsi domande, l'accettare tutto quello che ci viene messo davanti, per pigrizia o per comodità. Una pigrizia che sarebbe facile da combattere, se solo si volesse. (E sulla comodità, vuoi mettere leggere sdraiati nel letto, al caldo, sotto il piumone?)
E ancora, vorrei che riuscissi a convincere la gente a entrare nelle librerie, e non solo sotto Natale o come ultima spiaggia, nelle biblioteche, nei teatri, nei cinema (magari diminuendo un po' il costo del biglietto). Ad andare a mostre, musei, festival e incontro con gli autori. A leggere i giornali, tanti, non solo uno. Ad ascoltare sempre tutti i pareri, prima di decidere. A leggere (questo ma anche altri) blog e ad andare a cercarsi quella cultura che il nostro Stato ancora non è riuscito a rendere accessibile e, soprattutto, appetibile a tutti.
Insomma, caro Babbo Natale, quello che ti chiedo in parole povere è un piccolo miracolo. Lo so, me ne rendo conto. Eppure, se solo lo si volesse, non sarebbe poi così difficile, no? Basterebbe forse infondere nelle persone un po' di curiosità, di voglia di fare, sapere e di capire, e tutto il resto verrebbe da sé.Se tutto questo ti sembra troppo difficile, ti posso capire. E accetto in cambio anche tutti i libri che riesci a procurarti con così poco preavviso (non Fabio Volo, la D'Urso e simili... anzi, sarebbe un regalo altrettanto gradito se riuscissi a farli sparire definitivamente dalle librerie).
Se il gatto dei vicini non li mangia, troverai latte, biscotti e "Orientarsi con le stelle" di Raymond Carver, sul davanzale, per te (ho pensato che potesse esserti utile un po' di poesia, da leggere in viaggio).
Mi raccomando, stai attento alla nebbia e ai caminetti accesi.A presto e buon Natale, caro BabboTuaElisa