06:15 a.m. Mi sono svegliata prestissimo perchè ieri sono crollata appena dopo cena, dopo aver dovuto prendere antistaminici e cortisonici per una specie di orticaria da stress che mi è venuta in faccia, e dopo aver naturalmente lavorato quasi 12 ore. Non è tutto oro quel che luccica. Mi siete state vicino nel mio cambiamento e non vi avevo mai sentito così partecipi nelle mie scelte e nei racconti del mio blog, ma la verità è che è durissima, è difficile, ti domandi mille volte al giorno perchè sei li e se veramente prima o poi la ruota girerà davvero. La chiamano gavetta. Anche quando ti danno un camice da indossare per coprire i tuoi outfit (non devono distogliere l'attenzione dalle collezioni presenti? Devi essere ancora più invisibile di quello che già sei?) e ti senti più una bidella che un dottore, ti tolgono quell'unica unica cosa che ancora avevi mentre porti caffè e sparecchi, mentre ti prendi offese e parolacce, mentre fai e rifai una cosa 7 volte per poi rifarla come la prima volta perchè andava bene, mentre mangi con l'imbuto perchè non c'è tempo di mangiare e se non mangi per 12 ore non succede nulla, e se ci trovi un pelo nel piatto ti informano "che sono tutte vitamine" mentre scelgono di metterti a dieta, perchè le porzioni le fanno loro e non si discute. La dignità. Cercare di rimanere impassibile, salutare tutti tutte le mattine appena entri, anche se non ottieni mai risposta. Sentirti dire continuamente di sorridere, che per me equivale a un mantello rosso sventolato davanti ad un toro perchè io con questa faccia ci sono nata ed il mio broncio naturale mi piace e non sorrido per forza, almeno fino a che non arriverò, si spera, a vendere le collezioni, a passare di categoria come si dice, e allora lì ho capito che sì, chi vende deve anche saper mentire. Credo di fare bene quel che devo fare, lo faccio nel migliore dei modi perché non mi piace essere ripresa, la vivo male, quindi sono una perfezionista sul lavoro e questo credevo dovesse bastare, ma ho capito anche che comunque come fai, sbagli. Ho capito che lavorare 7 giorni su 7, 11 ore al giorno, porta ad alienarsi, ad avere orticarie varie, a respirare male, a mangiare male, a dormire male, a star male.
Non sono mai stata una ragazza piena di amici perchè preferivo stare con i miei cavalli ed i miei cani e con quelle poche persone che ne condividevano la passione come me, perché anche quando lavoravo in discoteca (si guadagna benissimo per non fare nulla) e non avevo tempo di dormire perchè poi la mattina andavo in gara, il non dormire passava in secondo piano.
Le chiamano passioni. Dicono che la ricetta per essere felici è fare le cose che ti piacciono veramente, solo così non sentirai la stanchezza e ne apprezzarai ogni minimo risultato. Credo che la moda sia una mia passione, ma forse lo è di più stare a contatto più possibile con gli animali, con i miei 6 cani, con il mio cavallo che vorrei tanto riavere di nuovo con me (se ne sta occupando una ragazza perché ora io non posso più e questo mi uccide, letteralmente).
Ma poi il mio primo cavallo, Never Say Never, è morto, e qualcosa si è rotto. Più di qualcosa...
Ho cominciato ad avere paura, ad allontanarmi da Manhattan Blue, a cercare di sviluppare di più l'altra mia passione, la moda, quindi ho aperto il blog, quindi mille sacrifici, qualche soddisfazione, quindi questo lavoro. Le chiamano passioni. Dicono che la ricetta per essere felici è fare le cose che ti piacciono veramente, solo così non sentirai la stanchezza e ne apprezzarai ogni minimo risultato. Credo che la moda sia una mia passione, ma forse lo è di più stare a contatto più possibile con gli animali, con i miei 6 cani, con il mio cavallo che vorrei tanto riavere di nuovo con me (se ne sta occupando una ragazza perché ora io non posso più e questo mi uccide, letteralmente).
Se oggi, mi chiedessero cosa voglio fare nella vita? Non ho mai saputo rispondere, perchè i miei mille interessi mi hanno sempre confuso. So solo che se potessi scegliere vorrei vivere in un casale, non troppo fuori città perchè comunque amo le metropoli e persino la confusione, con il mio compagno, tutti i miei cani più tutti quelli che riuscirei a salvare dalla strada e dalla cattiveria della gente, il mio cavallo, il mio porcellino d'India, e magari, fosse mai legale in Italia, proprio un cucciolo di Lemure, come quello che si vede nel video. Oppure una coppia di tutti gli animali che vedete nel video, praticamente un arca di Noè. Quando era il mio turno di rifare i box dei cavalli e spalavo cariole su cariole di letame, lo facevo comunque arrivando con una Miu Miu sotto braccio. Ero decisamente me stessa ed in pace col mondo. Forse potrei aprire un rifugio per animali? Ma a che titolo? Con quali soldi? Chi fa del bene non viene mai aiutato, ne sanno qualcosa i mille volontari che conosco che fanno debiti su debiti e combattono contro i mulini a vento dell'ignoranza e della poca sensibiltà burocratica, solo per poter aiutare gli animali. Questo post è pieno di domande, ma credo che l'importante nella vita sia porsele queste domande, e non subire soltanto le mille angherie che la vita ci riserva. Sono anche fermamente convinta che ci siano persone che, semplicemente, sono fortunate di natura. Che la maggior parte delle cose che fanno gli vanno bene. E poi ci sono quelli che devono lottare. Tutta la vita. Per qualsiasi cosa.
Non sono mai stata un'arrampicatrice sociale, ed il mondo della moda non è fatto di persone di cuore, quindi non so se farò mai strada in questo senso. So solo che se adesso mi lavo, mi vesto e vado a timbrare il cartellino, è solo perché mi sono fatta la promessa di resistere, qualsiasi cosa accada, perché devo imparare a non mollare in corso d'opera e perché è una sfida con me stessa, riuscire ad imparare a farmi scivolare addosso l'ignoranza e la pochezza altrui, anche ridendoci sopra invece che farne un dramma personale. Imparare a diventare anche di pietra e non sempre e solo di burro. E magari oggi su quel camicie ci metto pure un paio di spille colorate, perché tal volta nella vita... "se non riesci ad uscire dal tunnel... arredalo!"