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Fino a poco tempo fa, non avevo mai visto un film diretto e sceneggiato da Nanni Moretti. Al cinema nel Febbraio 2008 avevo visto “Caos Calmo”, ma in quell’occasione lui era attore. Quindi ho deciso di colmare questa mia lacuna e ho visto in ordine cronologico “Bianca”, “Ecce Bombo”, “La messa è finita” e “Caro Diario” che qui recensisco. Guardando film come “Bianca” e “La messa è finita” ho notato la sua abilità nell’affrontare in modo simpatico, comico vari problemi drammatici. “Caro Diario” è un film autobiografico ma in realtà sono eventi-aspetti della realtà che riguardano un po’ tutti. Il film è diviso in tre capitoli: “In Vespa”, “Isole” e “Medici”. Tutti e tre gli episodi li ho trovati simpatici, surreali, commoventi (perfette le inquadrature verso il luogo dell’omicidio di Pasolini, suggellate dalle note nevrotiche e malinconiche del “Koln Concert” di Keith Jarrett). Forse il picco di surrealità viene raggiunto nel primo episodio, quando scambia quattro parole con individui che non conosce in una Roma deserta o quasi: in fondo è un qualcosa che vorremmo far tutti, pur di rompere la normale routine giornaliera. E’ un sentir bisogno di cogliere l’attimo fuggente, di dire certe cose in quel dato istante, ora o mai più. Quante volte ci è capitato? Altrettanto memorabile quando declama urlando al critico cinematografico tutte le sue stesse critiche cinematografiche, critiche inventate solo per pubblicizzare quel determinato film. Il suo è un cinema surreale. Nel secondo episodio si viaggia fra varie isole della Sicilia, ognuna delle quali ha le sue usanze (vere o inventate, ciò che importa è il concetto). Quella dove si fa un solo figlio, quella dove l’ospitalità non esiste, quella dove non c’è elettricità. Le isole son così, ognuna ha le sue tradizioni e abitudini, che resistono al passare dei secoli. Bravo l’attore Renato Carpentieri nel secondo episodio e complimenti alla sua incredibile corsa spericolata ed evasiva dall’isola. Si conclude con l’episodio sui medici, dove viene messo in evidenza il calvario personale della sua malattia. Conclude dicendo….no non ve lo dico, guardatevi il film perché merita! Film scorrevole, che racconta uno spaccato della realtà italiana anni 90 ancora attuale, drammatica ma con un tono spensierato. Bella la colonna sonora a fare da cornice, particolare da non dimenticare nei film di Moretti.
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