Caro Ferzan, Ti Scrivo…

Creato il 22 gennaio 2014 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Claudia Santonocito 22 gennaio 2014 leggere, letteratura, primo piano Nessun commento

Caro Ferzan Ozpetek,

Probabilmente non lo sai ma sei uno dei miei registi italiani preferiti. Stavolta però vorrei parlarti da lettrice e non da spettatrice, ti scrivo infatti perché ho letto il tuo ultimo libro Rosso Istanbul (Mondadori). La mia copia è anche stata autografata da te in persona perché, colta dal fanatismo che spesso mi contraddistingue, ho letteralmente obbligato il mio migliore amico a venire alla presentazione di Bari (le presentazioni dei libri nella mia Catania scarseggiano), comprare il volume e farlo autografare. Poi l’ho letto tutto d’un fiato su un volo per Parigi. Bene, Ferzan, parliamone. Ho letto un libro sull’amore che mi è piaciuto al cinquanta per cento. Hai scelto di dividerlo in due parti, alternandone una che riguarda te ad un’altra che ha come protagonista una donna sconosciuta. Entrambi vi trovate nello stesso momento a Istanbul. Tu sei andato a trovare tua madre e la tua grande casa che presto verrà demolita. É un tuffo nel passato, i racconti e i ricordi riaffiorano belli e brutti, un padre assente di cui si disvelano finalmente i segreti più intimi, i primi tentativi amorosi. Ma succede anche che in pochi giorni le persone più importanti della tua gioventù ti investano come un Tir, un passato che ti si appiccica addosso con malinconia. E ti fa riflettere. E i capitoli che riguardano te sono bellissimi, davvero. Disarmanti, romantici, nostalgici… Ma sono stata costretta anche a leggere la storia banale di una donna che scopre di essere stata tradita dal marito e decide di ricominciare tutto e perdersi tra le strade di una città affascinante e sconosciuta, e viene raccattata da un gruppo di gentilissimi giovani attivisti politici, assolutamente anni Settanta. E da quel momento ricomincia a vivere un’esistenza che aveva dimenticato di avere. Ferzy, no, non ci sto. Troppo banale, troppo scontato. Ignoro il perché di questa scelta, forse l’hai fatta per spiazzare i soliti maligni che ti hanno definito un po’ ripetitivo con il tema dell’omosessualità, mettendoci una donna etero tradita che ritorna alla vita… Personalmente non mi ha convinto, pensa che leggevo più velocemente i capitoli che avevano come protagonista lei per immergermi nuovamente nelle tue pagine. Chiaramente non voglio smontare il tuo lavoro: lo stile è perfetto, il ritmo scorrevole, le descrizioni dei luoghi così affascinanti che ti farebbero prendere subito un aereo per Istanbul. Insomma, si lascia leggere davvero bene. Pensa anche che in aereo di solito sono narcolettica, mi addormento prima del decollo… ma stavolta non ho socchiuso minimamente le palpebre. Chiaramente lo consiglierò, sì, ma consiglierò di prestare particolare attenzione principalmente alla tua storia e alle tue riflessioni sull’amore perché hanno quel qualcosa in più. Hanno il gusto e il senso di chi l’amore l’ha conosciuto e lo conosce. E, come nei film che fai, traspare il tuo essere un uomo che si circonda d’amore e lo cerca negli occhi e nei gesti della gente.

Cosa aggiungere? La tua dedica dice: “Claudia… grazie”. Grazie a te, Ferzan. Anche stavolta.


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