Caro Mario (Pojer), venerdì sera al Mas dela Fam ci hai turbati. In conclusione del tuo intervento, a margine della tavola rotonda “Vizi e Virtù del vino trentino”, ci hai confessato di essere stanco di combattere (per la verità sembravi in gran forma e tutt’altro che indebolito) e di essere tentato di scappare dal Trentino. La tua delusione ha preso la forma inquitentante di una valigia. Tentazione che spesso invade prepotentemente anche noi. Oggi ti scriviamo per chiederti di ripensarci. Non lasciarci soli, Mario. Non abbandonarci. Noi tutti abbiamo bisogno di te, della tua vivacità intellettuale, della tua acuta capacità di analisi critica, del tuo carisma e, non da ultimo, anche del tuo vino. Sì, anche di quello, soprattutto di quello. Capiamo che la delusione in te, come in noi, si stia facendo di giorno in giorno sempre più grande e sempre più devastante. Del resto il loro gioco dannato, e truccato, è proprio questo: sfiancarci sino allo sfinimento in una lunga e interminabile guerra di posizione. Ma tu, almemno tu, non lasciarci soli. Siamo pronti a starti vicino, se tu starai ancora accanto a noi. E noi ci organizzeremo. Già da domani cominceremo a mettere in campo una vera e propria banda armata (di idee e di bottiglie) di contrasto alla banda armata (di soldi e di supponenza) che governa con la prepotenza di un padrone delle ferriere il mondo del vino trentino. Se ti farà piacere, e a noi fa già piacere, la chiameremo Brigata Mario. Ne faremo nascere una in ogni paese e in ogni città del Trentino. Accanto a te, ci sentiremo capaci di dare la vita pur di ribaltare come un calzino la politica vitivinicola trentina (Piano Vino compreso, ammesso che di Piano si tratti). Ma tu, Mario, resta con noi. E disfa quella maledetta valigia che hai già preparato.
Hasta la victoria siempre, comandante Mario.