Caro Mario ti scrivo. ..

Da Loredana V. @lorysmart

Caro Mario

Ricordo un confronto tra noi di qualche anno fa. Si parlava di personaggi e tu dicesti che Agnelli era una di quelle persone che riscuotevano la tua ammirazione. Io concordavo solo in parte, ricordando come avesse gestito appunto la Fiat attingendo sempre agli aiuti pubblici. C’era la scusante dei posti di lavoro da salvaguardare e quindi poteva sempre contare sugli aiuti statali. E qui avevi concordato pure tu. L’Avvocato (con la maiuscola) aveva classe, charme e tante altre qualità, ma anche un vero senso degli affari: i propri, visto che si sussurra di un certo tesoretto alle Cayman sfuggito all’asse ereditario ed anche al fisco.
Adesso i nodi vengono al pettine.
La Fiat, per competere, ha seguito una strategia “globale” puntando al mercato di oltreoceano, si è comperata la Chrysler, ha stabilimenti in Brasile e Polonia abbondantemente in attivo con gli utili dei quali ripiana le perdite in Italia. Qui da noi viene ostacolata in ogni modo, Fiom in testa e fisco a seguire. Dai torto a Marchionne se sposta la sede legale altrove e pagherà quindi le tasse all’estero e non da noi? È solo colpa di una politica economica miope che non considera che la locomotiva per trainare ha bisogno di carburante e non di ostacoli. Una politica suicida che allontana gli investitori invece di attrarli.

Le aziende improduttive vanno aiutate in altro modo e non con la cassa integrazione che deve essere “straordinaria”. Questo significa flessibilità e detassazione. Pensa a quella porcata dell’IRAP, il cui imponibile, tra l’altro, è costituito dal costo del lavoro! Imposta voluta dall’accoppiata Frodi e Fisco e che Berlusconi, nonostante le promesse, non ha voluto eliminare.
Se a suo tempo invece di salvare L’Alfa l’avessero venduta (credo che fosse appetita dalla Ford), non sarebbe stato meglio?
Se invece di salvare Alitalia l’avessero dismessa, non sarebbe stato meglio?
E gli errori dovuti a decenni di centrosinistra?

Ricordi le nazionalizzazioni? L’energia va nazionalizzata. Così lo stato si è indebitato ( e i soldi li hanno sborsati i cittadini) per acquistare un settore che andava bene e che ha sfasciato con la sua gestione, per poi privatizzarlo nuovamente (svendendolo)…

Torniamo a Napolitano.
Lui non si voleva ricandidare. Ci è stato tirato per i capelli “ungibus et rostris”. Ma le alternative quali erano? Frodi e Rodotà, quest’ultimo scelto da ben 4000 persone sul web! (Manderei i grillini a scuola per ripassare cosa significhi maggioranza).
No, Napolitano non agisce per il bene del paese, ma solo della sua fazione, (basti vedere le nomine dei senatori a vita fatte solo con lo scopo di aver una maggioranza in Senato) non ammette (o ammettera’ mai) di aver sbagliato con le nomine di Monti e Letta. Il prestigio innanzitutto. Un piccolo Mussolini in salsa rossa. Un signore stizzoso e arrogante che non si accorge di fare il gioco degli sfascisti del M5S.

I grullini? Al di là delle becere azioni e delle idee bislacche (ma non sono gli unici, vedi in tempi passati comunisti, missini, leghisti, radicali) al di là del metodo ostruzionistico bloccato dalla Boldrini in piena legalità, nel caso Bankitalia avevano perfettamente ragione. E qui loro, tu ed io siamo perfettamente in sintonia.
Unipolsai? Prima venne la Toro, la cassaforte di famiglia. Poi passò il tempo, arrivò Ligresti, (famiglia che in agenda ha numeri di telefono molto utili), diventò Fonsai (figurati che pensavo fosse giapponese, dal nome), ora nuova fusione. Così funziona la globalizzazione.

Quello che non cambia è che noi, poveri pirla onesti, continueremo a pagare anche per chi ha 1243 appartamenti ed è la “fidanzata” del Tabacci.
Beh, ho divagato pure io e mi sono tolta qualche sassetto dalle scarpe.
Buon pomeriggio
Lore.


Inviato dal Veloce promemoria



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