Caro Trento (Doc), ti scrivo quasi con le lacrime agli occhi. Non ti svelo se per le risate o per la tristezza. Lo capirai tu, se avrai voglia di capirlo. Dunque, guardiamoci un po’ intorno. Il tuo concorrente naturale, da qualche giorno, dispone di un nuovo disciplinare di produzione. Monsieur Zanella è riuscito a convincere i suoi produttori franciacortini ad introdurre limiti ancor più severi in un disciplinare che era già uno dei più rigorosi d’Europa. Temi toccati, la resa per ettaro, la percentuale di estrazione del mosto, il percorso produttivo del vigneto. Insomma, cose serie. Ti rimando alla spiegazione chiara e sintetica di Giovanni Arcari su Terra Uomo Cielo. E ora veniamo a noi, caro amico mio. Dalle tue, nostre, parti di riforma del disciplinare non si parla, se non a bassa voce in qualche conventicola enomassonica, ormai messa al bando dalla comunità civile. Il disciplinare colabrodo del Trento, sembra un feticcio totemico su cui non si può aprir bocca. La ragione la conosciamo: mettere mano a quella carta significa sconquassare un delicato equilibrio di potere che regola i rapporti fra produttori industriali, artigiani e cooperativi. E fra tutti questi e la politica. Eppure, temi come quelli delle rese, dei mosti, e delle differenziazioni altimetriche sono sul tavolo da tempo e costituiscono la base di partenza per qualsiasi ragionamento che abbia a cuore il consolidamento del TRENTO. Ma, abbiamo capito che questo, in Trentino, è un argomento tabù. Allora passiamo ad altro. Caro Trento (doc), te ne sarai accorto anche tu, in questi giorni sei diventato definitivamente orfano. E sei stato dichiarato in condizione di adottabilità. Ti hanno strappato alle cure di un padre putativo (Istituto di Tutela), che avrebbe voluto prendersi cura di te e ti hanno affidato ad un padre che non c’è. Almeno per ora. Intanto il tuo caro papà è rimasto anche senza soldi. Del resto i soldi servivano per mantenere te agli studi e sul mercato. Se tu non ci sei più, chiaro che i soldi, al tuo babbo, non servono più. Ridere o piangere? Fai tu. Passiamo a cose ancora più amene: ci avevao assicurato che presto ti avrebbero messo in mano un megafono con cui avresti potuto raccontare le tue magnifiche gesta all’orbe terraqueo. L’Istituto di Tutela aveva emesso un bando – arrivò anche a noi, ricordi? -, per affidarti alle cure di un amorevole comunicatore. Non se ne è saputo più nulla. Tu, ne sai qualcosa? La tua Web Site, intanto, continua a sprofondare nel ridicolo di una condizione letargica, che ormai sta diventando un caso da manuale studiato in tutto il mondo conquistato alla civilità della rete. Ci era stata promessa anche una grande festa super Glam, che avrebe dovuto andare in scena a fine a maggio al Castello del Buonconsiglio; ci avevano promesso che tu, caro Trento (doc), saresti stato l’ospite d’onore, anzi d’eccellenza. Da quel palcoscenico avresti dovuto conquistare al tuo remuage milioni di giovani italiani e non. Tu sai come è andata a finire questa cosa? Noi, no. Di amenità in amenità siamo arrivati alla fine di questa letterina domenicale: prediche corte e salsicce lunghe, ammoniva mio nonno. E siccome siamo stufi di pettinare le bambole e siamo invidiosi della sobria e seria efficienza dei nostri amici franciacortini, ti comunichiamo la nostra decisione irrevocabile: da domani la banda dei Cosimi proclama uno sciopero ad oltranza del Trento. Da soli rappresentiamo qualcosa come il 20% del consumo domestico. Fai tu. E, soprattutto, fatti sentire quando avrai uno straccio di notizia da darci. Saremo felici di ascoltarti. E di interrompere questo faticoso sciopero interno.
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