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Caro vigile, ti scrivo

Creato il 28 luglio 2013 da Patuasia

Caro vigile urbano, mi preme scriverti perché la tua assenza è ormai diventata una faccenda troppo seria per essere limitata a una serie di barzellette da raccontare al bar. Ieri l’ennesimo caso di violenza in centro ai danni di un cane, azzannato in modo grave da uno di taglia più grande e senza guinzaglio. Sei stato cercato nei pressi e non c’eri. Ti hanno telefonato e hai risposto che non potevi mica perdere il tuo tempo a rincorrere i cani, allora io ti chiedo: se si fosse trattato di un bambino il cane lo avresti rincorso? Ma non voglio polemizzare, piuttosto ribadire la grande importanza del tuo ruolo per la sana convivenza, un ruolo, ahimé, svolto con una certa dose di superficialità. Le norme ci sono, ma non le fai rispettare come si converrebbe. Io non posso riprendere i miei concittadini, a volte lo faccio e mi sento mandare a quel paese o anche peggio. Non indosso una divisa io. Non ho poteri io. Ma tu sì!  Ti lamenti che siete in pochi, allora perché cammini sempre accoppiato o addirittura con più colleghi? Non sarebbe di buon senso una divisione sul territorio cittadino? Per le strade ti incontro di rado e dopo le nove di sera di te non c’è traccia. Possibile che non ti accorgi di come sia scaduto il comportamento collettivo? Solo tu puoi fare qualcosa per rimediare e allora fallo, per favore! Prima che la città diventi un Bronx.


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