Innanzitutto va detto che Carol è un film stilisticamente meraviglioso.
Dopo Lontano dal paradiso, Todd Haynes dimostra con questo film di avere un feeling particolare con l'atmosfera degli anni Cinquanta in America. La ricostruzione della New York di quegli anni relativamente a interni, esterni, abbigliamento e colonna sonora è studiata nei minimi dettagli ed è esteticamente di grande impatto. E per questo suggerisco di non perdere l'occasione di vederlo in lingua originale, affinché l'immersione possa essere ancora più profonda e avvolgente, come la voce caldissima di Cate Blanchett.
Il film di Todd Haynes non è, però, solo un involucro bellissimo di un regalo deludente, anzi è dentro questo contenitore che i personaggi di Carol (una Cate Blanchett perfettamente calata nel tempo e nella parte) e di Therese (una Rooney Mara che aggiunge un tocco di contemporaneità all'insieme) risplendono nella storicità dei loro modi e contemporaneamente nell'universalità dei loro sentimenti.
Carol è un film fatto principalmente di silenzi, di pensieri e di sguardi, e non a caso il personaggio principale, che - nonostante il titolo del film - è Therese, è anche quello cui sono affidate meno battute, ma i cui silenzi e i cui occhi sono straordinariamente eloquenti.
Carol è il motore immobile, Therese è l'universo in divenire. Una ragazza giovanissima, risucchiata nell'area gravitazionale di una donna adulta, madre di una bambina, che sta uscendo faticosamente da un matrimonio e dall'influenza di suo marito e della di lui famiglia, e che non vuole scendere a compromessi rispetto alla propria vita e alla propria identità.
Therese la conosciamo mite, accondiscente, che subisce l'umanità che la circonda più che sceglierla, però con gli occhi e il cuore curiosi e aperti sul mondo, come il suo interesse e talento per la fotografia dimostrano, con un lampo di selvatichezza e anticonformismo che guizza dietro quell'aspetto composto. Therese è all'inizio totalmente assorbita dal fascino magnetico di Carol, trascinata da un'attrazione e un desiderio crescenti cui non sa e non vuole sottrarsi.
La separazione forzata da Carol ci riconsegna una Therese che a poco a poco scopre se stessa di fronte al mondo e prende in mano le fila della propria vita, avviandosi sulla strada della ricerca della propria identità professionale e sentimentale. Solo a quel punto l'amore che bussa ancora alle sue porte potrà avere una risposta che viene da un posto più profondo della sua anima.
Quella di Carol e Therese è una bellissima storia d'amore, la cui intensità è resa esplosiva dal suo essere stretta tra le maglie personali, sociali e storiche, un po' come la sensualità di Carol è dirompente nelle gonne e nei vestiti fasciati dell'epoca che limitano i movimenti e costringono ai piccoli passi.
In definitiva, il film di Todd Haynes (grazie anche alla sceneggiatura al femminile di Phyllis Nagy, che probabilmente apprezzerò ancora di più dopo la lettura del libro della Highsmith) è un piccolo capolavoro di misura e di raffinatezza, un film che ha il passo elegante dei classici e la freschezza della modernità, le radici nel passato e lo sguardo sul presente, come nella felice sintesi tra Carol e Therese.
Voto: 4/5