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Carolyne Mas è la leggendaria cantante della scena del Greenwich Village della fine degli anni settanta, la stessa di Willie Nile e Steve Forbert (e se volete Garland Jeffreys e Roches, non ci metto Springsteen perché era già una superstar alle prese con tour mondiali, anche se al Bottom Line si faceva vedere). Nel 1980 con il suo secondo disco, Hold On, Carolyne si guadagnò proprio il soprannome di 'Springsteen in gonnella', ed in quei giorni dalle nostre parti (e sulle pagine del Mucchio Selvaggio) se la giocava alla pari con Joni Mitchell e Joan Armatrading. Incise quattro gran dischi per la Mercury, da cui non guadagnò un dollaro (anche per via dell'imbroglio di un manager), al punto di doversi vendere la chitarra e trovare ad un certo punto un'occupazione come cameriera.
Carolyne ebbe un breve ritorno negli anni novanta con qualche disco tedesco, per via del successo locale della canzone Sitting In The Dark, poi si ritirò dalle scene. Per tornare negli anni 2000, ora che vive nel deserto dell'Arizona, con un personaggio decisamente maturato: una cantante americana dalla grande voce, con un repertorio dalla ballata al soul, da Broadway al jazz. Ho avuto la fortuna non solo di conoscerla ma anche di ascoltarla di passaggio nel corso del recente tour acustico a Ferrara, accompagnata da Andrea "Lupo" Lupi.
Uno spettacolo tanto intenso quanto toccante di cui scrissi: "Uno show strepitoso, che ha letteralmente preso il volo, una gran voce, meglio oggi di allora, una gran personalità, e canzoni emozionanti che ti toccano l'anima".
Pensai in quell'occasione che le canzoni di Carolyne non potevano essere consegnate solo alla testimonianza della memoria, e ne parlai con Ermanno Labianca, il tycoon della label indipendente Route 61.
Across The River è il risultato della sua produzione. Grande copertina (ricca di parole e di racconti), grandi canzoni, una produzione dal suono intimo e caldo, per una volta rispettosa della sua arte.
Carolyne canta ballate per pianoforte o chitarra acustica con la sua voce piena, con l'aiuto dove serve di una band con tanto di Hammond e violoncello, e in un'occasione con l'accompagnamento di Daniele Tenca and the Working Class Band.
Il disco di apre su una nota di swing, per poi tuffarsi nella sempre bella Sittin' In The Dark che scema significativamente nelle note di On Broadway dei Drifters, non a caso seguita dalla cover del loro hit Under The Boadwalk.
Across The River è una versione intima della stupenda canzone dal primo (e migliore) disco di Willie Nile, che Carolyne suonava nei suoi show al Cornelia Street Café al Village negli anni settanta, come pure Witch Blues di Steve Forbert (che deve essere stato un suo filarino).
In A Box è un commovente brano da musical di Carolyne.
Mexican Love Song una canzone d'amore per un colpo di fulmine.
La chiusura è affidata ad una gran New York City Serenade, la serenata dal secondo album di Bruce Springsteen che la Mas cantava ai suoi spettacoli 'perché piaceva ad un ragazzo che le piaceva'. Una chiusura molto appropriata per un disco che in definitiva, pur registrato a Roma, è una serenata alla Big Apple degli anni settanta, almeno quanto i migliori lavori di Elliott Murphy, Willie Nile, Garland Jeffreys, Steve Forbert e della stessa Mas.
Un disco da ascoltare, da avere e da supportare. Grande Carolyne, e grande anche Ermanno: ottimo lavoro.
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