I primi coloni europei, quasi tutti anglosassoni, che sbarcarono nell’America del Nord, nelle vaste pianure che si stendono sulle rive dell’Oceano Atlantico, dalla baia di Chesapeake alle foci del Mississippi, trovarono ampie estensioni di terreno fertile, solcato da numerosi corsi d’acqua. Tuttavia la loro vita, all’inizio, fu molto difficile e la prima colonia da essi fondata, la Virginia, sarebbe morta ben presto, se non fosse stata salvata dalla coltivazione del tabacco, merce che incominciava a diffondersi in Europa. Vi era, però, una grande difficoltà: trovare la mano d’opera. Infatti ogni colono che giungeva, aveva a sua disposizione tutto il terreno che voleva, e non si poneva certamente al servizio degli altri. Questo fatto impedì la formazione di grandi proprietà; finché, nel 1619, un navigante olandese non ebbe l’idea di portare alcuni schiavi negri. Furono subito trovati molto utili, e nacque immediatamente un vasto traffico: la tratta dei negri; questi poveretti erano rapiti o acquistati per poco sulle coste africane e trasportati in catene, ammucchiati per mesi nelle stive delle navi, senz’aria, né cibo, né acqua, fino ai porti americani, dove si vendevano all’incanto. Moltissimi morivano, ma il prezzo dei rimanenti era tale, che compensava ogni perdita. Gli schiavi neri, il cui numero si moltiplicò rapidamente, permisero la formazione di una grande proprietà terriera e conseguentemente di una casta aristocratica di grandi latifondisti, che divennero la classe dirigente degli Stati del Sud, cioè la Carolina del Nord e la Carolina del Sud, la Virginia, la Georgia, e, via via, il Tennessee, il Kentucky, il Mississippi, l’Arkansas, regioni nelle quali il terreno piano e il clima caldo permettevano immense piantagioni ad una sola cultura, come il tabacco e il cotone. Quest’ultimo prodotto, ricercatissimo in Europa per il basso prezzo, diventò dominatore dell’economia di tutti gli Stati del Sud, così da essere chiamato il re cotone. Negli Stati del Nord, che si stendevano a settentrione di una linea che divideva la Pennsylvania dal Maryland e a est del fiume Ohio, montagnosi, ricchi di minerali e di porti, l’organizzazione economica si sviluppò in modo differente. Sorsero grandi imprese industriali e commerciali, cosicché la classe dirigente era composta dalla ricca borghesia, dominata da grandi affaristi. In queste regioni gli schiavi non servivano, ci volevano lavoratori capaci di agire con spirito di iniziativa e perciò era qui che affluivano senza interruzione gli immigrati europei, i quali, generalmente, per un certo tempo erano sottoposti allo sfruttamento dei capitalisti locali, e poi lo sfuggivano andando alla ricerca di nuovi territori. La popolazione e la estensione di questi Stati aumentavano di giorno in giorno, superando ben presto quelle degli Stati del Sud. Si formarono due società distinte, geograficamente ed economicamente; statica e feudale quella del Sud, in continuo movimento quella del nord. Queste due società si disputarono il predominio politico degli Stati Uniti, finché nel 1861 vennero ad aperto conflitto. Contrariamente a ciò che normalmente si crede, la Guerra di Secessione non scoppiò ad iniziativa dei nordisti e non è nemmeno vero che costoro volessero l’abolizione della schiavitù. Nessun dirigente degli Stati Uniti era contrario a questo vergognoso stato di cose (lo stesso presidente Abramo Lincoln, che pure era il più progressista degli uomini di stato americani, disse una volta che se avesse potuto salvare l’Unione senza liberare un solo schiavo, lo avrebbe fatto). Solo alcuni coraggiosi intellettuali, come la romanziera Beecher Stowe, che scrisse La capanna dello zio Tom, erano contrari. John Brown, che cercò di liberare alcuni schiavi con una sedizione armata, fu preso e condannato a morte. La legge proteggeva la schiavitù e le varie chiese, protestanti o cattoliche, sostenevano che essa era un’ istituzione divina. Ma i grandi piantatori del Sud capivano che a poco a poco la concorrenza del lavoro libero avrebbe gravemente danneggiato il loro sistema economico. Essi erano contrari al protezionismo instaurato dai grandi industriali del Nord ed inoltre vedevano sfuggire il loro predominio politico a causa del continuo aumentare della popolazione del Nord. Perciò nel febbraio 1861 i rappresentanti degli Stati del Sud si riunirono in una cittadina dell’Alabama e formarono una Confederazione di Stati schiavisti. La secessione del Sud significava per gli industriali del Nord perdere una gran parte dei propri clienti; essi furono perciò fieramente avversi. Da una parte e dall’altra si corse alle armi; i sudisti bombardarono un forte nordista, e la guerra divampò furiosa. Questa guerra mise in evidenza i migliori uomini delle classi dirigenti americane. I sostenitori della schiavitù nominarono a presidente Jefferson Davis e a comandante delle truppe il generale Lee, che ottenne notevoli risultati impiegando la cavalleria, l’arma feudale dei sudisti. I nordisti, invece, guidati dalla tenace volontà del presidente Abramo Lincoln, continuatore della tradizione progressista dei grandi americani come Washington, Madison, Adams, svilupparono grandemente le risorse industriali dei loro stati costruendo, fra l’altro, il Monitor, la prima nave corazzata. Essi furono guidati, nell’ultima fase della guerra, dal generale Sherman, che invase e saccheggiò la Georgia, e dal generale Grant, che assediò Richmond, la capitale avversaria, conquistandola e mettendo fine, dopo quattro anni, alla sanguinosa guerra. La guerra di secessione fu, come tutte le guerre fino ad oggi, una guerra di ricchi fatta dai poveri. Per portare il popolo al combattimento, le classi dirigenti nord-americane innalzarono la bandiera della emancipazione umana e firmarono, perciò, il decreto che aboliva la schiavitù. Senonché, non appena lo ostilità cessarono, i poveri negri si trovarono in peggiori condizioni di prima. Piantatori sudisti e industriali nordisti si trovarono d’accordo per sfruttarli e perseguitarli come non mai, sostenendo che la Costituzione era fatta per i soli uomini bianchi e che essa non proteggeva affatto i negri. Avventurieri calati dal nord e chiamati carpet-baggers, perché tutto il loro bagaglio era ravvolto in un pezzo di tappeto, si sparsero tra le folle di negri, abbandonati a se stessi, affamati e senza lavoro, comprando i loro voti e servendosene per costituire governi di speculatori. Le medesime cose accadevano al nord; la corruzione politica si diffondeva ovunque e lo stesso presidente, generale Grant, non ne era esente. Nel 1869 si verificò una delle crisi periodiche, che impoverirono vasti ceti di lavoratori. Compagnie di banditi, alcune delle quali formate come società per azioni, scorrazzavano per il paese. Per riaffermare il loro dominio di classe e di razza sui lavoratori negri e stranieri, i ricchi americani lasciarono via aperta alla vergognosa pratica del linciaggio. E’ così definita l’esecuzione sommaria, senza processo, da parte della folla. In origine, era il furore popolare che si scagliava contro chi avesse commesso un grave delitto. Migliaia e migliaia di negri innocenti e, spesso, anche di cattolici europei, considerati anch’essi razza inferiore, furono massacrati da turbe di forsennati. Un altro mezzo di lotta contro i negri e gli stranieri furono le società segrete; la più celebre fu quella del Ku-Klux-Klan (dalla parola greca Kuklos, che vuol dire circolo e dalla parola celtica clan, che vuol dire tribù). Questa organizzazione reazionaria sorse nel Tennessee durante la guerra civile, con lo scopo di combattere i negri affrancati, e gli uomini del nord, che ne favorivano la emancipazione. I membri di questa società, travestiti da spettri con cappe bianche, spaventavano e perseguitavano i negri, e, diffondendosi ovunque, dominarono la vita politica di interi stati, particolarmente degli stati del sud, fino al 1870. La setta fu disciolta, ma risorse nel 1919 per opera di Simmons, che si proclamava campione della supremazia bianca e dell’ americanismo puro. La lotta spietata di questa società, che contava centinaia di migliaia di aderenti ed ebbe rappresentanti alla Camera, si dirigeva, oltre contro i negri, anche contro gli immigrati non anglosassoni, organizzando spedizioni punitive contro italiani, ebrei, ecc. Contro il linciaggio fu presentata una legge solo nell’anno 1922, e coloro che la difesero vennero insultati e coperti di sputi. Nell’immediato periodo del secondo anteguerra il Ku-klux-klan continuò le sue azioni contro ogni forma di progresso e di democrazia in alleanza ai gruppi nazisti e fascisti, scomparve durane la guerra per risorgere con la nuova ondata di reazione che investì tutto il paese nel dopoguerra.
LA LUCE TI ACCECA, MC CARTHY
Mc Carthy, ti ho visto oggi alla periferia
in un supergiallo di gangsters inafferrabili:
eri il capo che resta nell’ombra
armato di pistola col silenziatore,
la sigaretta accesa dal gregario
appena la vittima cade sull’asfalto.
La polizia non riusciva a metter le mani
sul tuo cinismo in fuga nella notte
bianca di insegna e dei denti dei negri
che hanno in bocca l’amaro dell’America
e nel cuore il peso enorme delle sue catene.
La polizia dalle mani molteplici
non riusciva ad afferrarti, Mc Carthy;
ma le mani dei popoli, le mani oneste,
le mani forti dei popoli ti hanno raggiunto.
Michael e Robert levano il pugno innocente
vuoto del fiato del padre e della madre
folgorati da una luce che ti acceca, Mc Carthy.
Bimbi sperduti nella notte vasta come il loro terrore
ti accusano in Asia sopra le fiamme
del loro paese, l’angoscia delle madri
batte ai porti dell’America con la voce dell’uragano.
Il ferro e il petrolio portano il sapore del sangue.
Una vita, per te, ha peso di dollari, Mc Carthy,
e la tua ombra è passata per le strade di Berlino
esperta guida di spie e di sabotatori.
Gli ultimi tiranni ti adorano, Mc Carthy:
il tuo ghigno riempie il vuoto dei loro regni
e consola le loro paure improvvise
quando dentro la terra anche le sorgenti
levano il loro canto alla ribellione.
La notte ti sentiamo ai confini d’Europa
come una iena che viene dal deserto
e fiuta i nostri pensieri, fiuta i sogni
dei nostri figli e l’amore delle nostre donne,
fiuta le parole dei nostri libri e le pagine bianche
su cui dobbiamo scrivere le parole
dei giorni sereni strappati alla tua rabbia.
Ma all’alba, alla sirena della prima fabbrica,
sei un’ombra che ha sfiorato appena
le strade e il cielo limpido sugli operai
che ti conoscono, Mc Carthy, e tornano
a un giorno di lotta, il sole sulle mani.
-Romano Pascutto-