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Carrie, il remake che manco satana

Creato il 20 gennaio 2014 da Cannibal Kid
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CARRIE, IL REMAKE CHE MANCO SATANALo sguardo di Satana – Carrie (USA 2013) Titolo originale: Carrie Regia: Kimberly Peirce Sceneggiatura: Lawrence D. Cohen, Roberto Aguirre-Sacasa Tratto dal romanzo: Carrie di Stephen King Cast: Chloë Grace Moretz, Julianne Moore, Gabriella Wilde, Ansel Elgort, Judy Greer, Portia Doubleday, Alex Russell, Zoë Belkin, Samantha Weinstein, Karissa Strain, Katie Strain, Connor Price, Demetrius Joyette, Barry Shabaka Henley Genere: rifatto Se ti piace guarda anche: Carrie – Lo sguardo di Satana, Denti, Blood Story, La casa
CARRIE, IL REMAKE CHE MANCO SATANAIo mi chiedo che senso abbia fare il remake di un film d’autore, in questo caso di Brian De Palma. È come fare la copia di un quadro di van Gogh. O fare la cover di un pezzo dei Beatles. Che risultati si può raggiungere? Ben che vada, un’imitazione quasi dignitosa. Mal che vada, un disastro. Posso ancora comprendere il rifacimento di una pellicoletta commerciale che ben si può prestare a un’operazione del genere. Rifare un film d’autore e svuotarlo della parte autoriale è invece un omicidio. Una crudeltà degna di Carrie.
Chi è Carrie? Carrie in questo caso non è Carrie Bradshaw di Sex and the City. E non è manco quella della lagnosa canzone degli Europe. Carrie qui è Carrie White, la protagonista del romanzo Carrie di Stephen King diventato nel 1976 un cult horror movie firmato da Brian De Palma, Carrie – Lo sguardo di Satana, con protagonista un’inquietante e giovanissima Sissy Spacek. Inquietante non perché giovanissima ma perché era proprio inquietante nei panni di Carrie.
DING DING DING Ho vinto una bambola di Carrie per aver battuto il record mondiale dell’uso della parola Carrie in un solo paragrafo. Carrieamba! Che sorpresa.

CARRIE, IL REMAKE CHE MANCO SATANA

"Non mi sono ancora spuntate le tette, ueeè!"

C’era bisogno di rifare un film così mitico e che anche visto di recente faceva ancora la sua porchissima figura? No, naturalmente no. Però per soldi si fa questo e altro. Era già capitato di recente con La casa di Sam Raimi, ristrutturata senza l’ironia dell’originale, risuccede ora con questo modestissimo (ma se non altro non orrido quanto La casa 2.0) remake dell’ormai classico di Brian De Palma. Ci va del coraggio, per rifare De Palma. Quentin Tarantino potrebbe essere degno di rifarlo, pochi altri. Di certo non Kimberly Peirce, autrice in passato, ormai 15 anni fa, del pur dignitoso ma non fenomenale Boys Don’t Cry, indie gay movie con protagonista una Hilary Swank generosamente premiata con l’Oscar. Alle prese con un paragone tanto scomodo, la Peirce cerca di salvare la faccia e, almeno da un punto di vista superficiale, ci riesce anche, grazie a una fotografia curata, una colonna sonora indie cool e a riprese nemmeno troppo malaccio. Allo stesso tempo, è come intimorita e non riesce mai a scostarsi del tutto dall’insuperabile modello originale, finendo per costruire una versione aggiornata al gusto teen contemporaneo e decisamente troppo edulcorata del film 70s depalmiano. È come se fosse il pilot di una serie fantasy di The CW alla The Vampirl Diaries/The Secret Circle.
Per capire come l’operazione sia un fallimento basta la seconda scena. Sulla prima, pessima, con Julianne Moore è meglio stendere proprio un velo pietoso, così come sul finale che è davvero tremendo. Questa seconda scena riprende quella d’apertura del film originale, in cui un gruppo di fanciulle faceva la doccia con le zinne di fuori. D’altra parte, chi fa la doccia vestito? Nel remake, a quanto pare si. Non ci sono scene di nudo. Non si intravede niente. Che cazzo di scena nella doccia è? Da qui possiamo già capire come i tempi siano cambiati, dal 1976 a oggi, e, anziché andare verso una maggiore libertà nei costumi, come il naturale corso della Storia prevederebbe, è successo il contrario. È la dimostrazione di come, almeno nel cinema USA, il politically correct ha vinto. Ha battuto persino la Storia.

CARRIE, IL REMAKE CHE MANCO SATANA

"Uffi, signora maestra, mi sfottono perché mi è appena venuto il ciclo."
"Dannate pompinare!"


CARRIE, IL REMAKE CHE MANCO SATANA

"Dite che più che lo sguardo di Satana ho lo sguardo
da bimbaminkia? Beh, mi sa che non avete tutti i torti."

Qualcuno potrà dire che però, se non altro, in questo remake sangue e morti non mancano. Vero, ma sono morti stupide, spettacolarizzate, alla Final Destination, una baracconata. Nel Carrie 2.0 – 2013 Edition non c’è tensione, non c’è paura, non c’è niente. È una visione che procede senza scossoni e ripercorre in maniera prevedibile e impersonale il film di De Palma. Più che un remake, sembra un update, la nuova versione di un software. Sì è aggiunto un tocco moderno, con il bullismo che è diventato cyber grazie all’uso di video diffusi in maniera virale, e Carrie è stata trasformata in una specie di anti-eroina sullo stile del protagonista di Chronicle, però non si va oltre questo. Non è manco un remake. È solo un update. E qui si ritorna alla domanda iniziale: che senso ha, un’operazione del genere? Sì, ok, i soldi. Considerando però come non è che gli incassi di questa nuova Carrie siano stati così stellari, evidentemente in pochi sentivano il bisogno di un remake come questo.
Così così persino il cast, sulla carta non male. Julianne Moore recita col pilota automatico la parte della madre bigottona della protagonista, perdendo nettamente il confronto con Piper Laurie. Carrie è invece interpretata da una Chloë Grace Moretz solitamente bravina, ma che qui appare spaesata nella parte ed è ben lontana dagli exploit di (500) giorni insieme e Kick-Ass. E poi ormai – diciamolo – con tutte le sue smorfiette e faccine sta cominciando a stufare. Considerando inoltre come, dopo Blood Story - Let Me In, abbia realizzato il secondo remake horror inutile della sua breve carriera, se continua così la sua breve carriera rischia di rimanere davvero breve. Chi non ha visto l’originale magari lo troverà un teen-horror di discreta fattura, sebbene sullo stesso genere ci sono in giro cose ben più interessanti e malate come Excision e Denti - Teeth. Ma chi non ha visto l’originale dovrebbe vedersi l’originale con una perfetta Sissy Spacek e rinunciare a dare a questo inutile remake uno sguardo. Di Satana. (voto 4,5/10)

CARRIE, IL REMAKE CHE MANCO SATANA

"La pagherete, per questo remake. La pagherete cara!"


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