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Carsulae, la Pompei dell’Umbria

Creato il 28 giugno 2011 da Imaginitaly

Carsulae, la Pompei dell’UmbriaQuando si parla di antiche città distrutte dalla violenza della natura e rimaste sepolte per secoli, si pensa subito a Pompei. Ma anche l’Umbria ha la sua città nascosta: Carsulae, antica città romana lungo la Via Flaminia i cui resti sono rimasti sepolti per più di 1000 anni.

I resti di Carsulae si trovano non lontano da San Gemini, famosa località termale dell’Umbria, e poco lontano dalla superstrada E45. Fondata attorno al 220 a.C., quando fu costruita la strada che collegava Roma al mare Adriatico, Carsulae si sviluppò inizialmente come emporio e luogo di sosta dove i viaggiatori stanchi potevano mangiare e fare un bagno. Col crescere della sua importanza, la città divenne un importante centro politico e commerciale.

Oggi Carsulae è invece un tranquillo sito archeologico sui Monti Martani, circondata dalle colline e dai campi coltivati della campagna umbra, ed è sorprendente pensare che, molti secoli fa, questa cittadina brulicasse di vita.

I resti oggi visitabili a Carsulae testimoniano bene la sua antica importanza: 2 grandi templi, il foro, la basilica, l’anfiteatro e il teatro e l’arco di San Damiano, antica porta di ingresso alla città.

Nell’epoca antica, Carsulae era anche un ambito luogo di villeggiatura. Qui i turisti dell’antica Roma costruivano le loro case per le vacanze attratti dalle proprietà delle acque termali della città. Proprio come le vicine San Gemini e Aquasparta, anche Carsulae infatti era un rinomato centro termale con un’ottima acqua minerale e grandi terme pubbliche e le proprietà curative delle acque di questa zona erano note già in epoca romana, come testimoniano i due imponenti templi che qui furono dedicati a Castore e Polluce, dei “salvatori” per eccellenza.

Non sono certi i motivi per cui Carsulae fu abbandonata nel IV secolo d.C., ma furono probabilmente i frequenti terremoti che colpirono la zona e la chiusura del tratto della via Flaminia lungo cui sorgeva la città a causarne il declino. Da quel momento Carsulae fu dimenticata e rimase nascosta finoai primi tentativi di scavo del XVI e XVII secolo. Fu però solo negli anni Cinquanta del Novecento che iniziò una vera esplorazione e riscoperta di questo sito archeologico, con una serie di scavi che riportarono alla luce le antiche rovine.

Insieme ai resti di epoca romana, Carsulae custodisce anche la piccola chiesa di San Damiano, con affreschi di età medievale. Costruita sui resti di un edificio più antico, la chiesa ospitò per anni una comunità di monache.


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