
Da ieri il blog Cartellopoli non c'è più. Non risulta più raggiungibile, sembra sparito nel nulla. "E' come se non fosse mai esistito", secondo le parole del suo fondatore. Non ne è rimasta traccia. Noi non sappiamo cosa sia accaduto, ma vogliamo sperare che non si tratti di una chiusura forzata a seguito di qualche segnalazione o denuncia. Per quanto possano sembrare criticabili certe espressioni colorite utilizzate in quel blog e certe affermazioni indubbiamente forti, la chiusura di un blog non risolve il problema. E non funziona nemmeno per far tacere la protesta, che si sposterà altrove, su altri blog o per altre vie. A Cartellopoli va dato il merito di aver scoperchiato il vaso di Pandora, di aver scoperto per prima lo schifo dell'invasione cartellonara. Prima ancora che se ne accorgessero i giornalisti. A Cartellopoli va dato il merito di aver riunito un mare di gente pronta a combattere il degrado in ogni sua forma. Di Cartellopoli avevo curato il design, il layout. Per Cartellopoli avevo mandato foto, segnalazioni, prima/dopo. Come molti di voi, quando notavo qualcosa di strano, fotografavo, confrontavo, spedivo e sapevo di avere un luogo pronto a raccogliere la mia segnalazione. Ora quel luogo non c'è più. Ma per un blog che chiude, o che è stato fatto chiudere (coma sembra) ve ne saranno 10 nuovi che apriranno. Questo blog, che solo saltuariamente si è occupato del problema dei cartelloni ma che ha partecipato attivamente alla raccolta firme a sostegno della Delibera di Iniziativa Popolare, continuerà a segnalare le cose che non vanno, approfondendo la questione dei cartelloni abusivi, fino a che Cartellopoli non sarà riaperto. Sappiamo che il nostro "lavoro" (tra virgolette) dà fastidio a molti. Conosciamo anche i rischi della nostra attività, ma sappiamo anche che molti ci stimano, dai semplici cittadini ai politici. Ci siamo già presi una denuncia per avere fotografato e preso nota di un cartellone abusivo (si, proprio così). Ormai siamo battezzati, non c'è problema.
