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Cartografia antica - il segreto delle carte portolane: le croci - ii parte

Creato il 11 luglio 2014 da Ilmulinodeltempo @IlMulinodelTemp
Basta un piccolo accenno. Marino Sanuto (c. 1260-1338),veneziano, è stato impegnato in diversi settori. E’  meglio conosciuto per i suoi tentativi per rilanciare crociate. I suoi Liber Secretorum fidelium Cruces , chiamato anche Historia Hierosolymitana, Liber de expeditione Terrae Sanctae e Opus Terrae Sanctae,… Pietro Vesconte è stato un cartografo, e geografo, genovese degli inizi del XIV secolo. Nel 1.313 lo ritroviamo a Venezia dove collaborò con Marin Sanuto nella stesura delle carte. Magari tutto l’argomento andrebbe esposto in maniera più corposa ma, trovandosi già sul web, non conviene andare oltre questa veloce introduzione. Il sottoscritto ha notato che nelle opere del Sanuto figura il LIBER SECRETORUM FIDELIUM CRUCES. Si parla dei segreti delle croci. Croci! Plurale. Ma di quali croci stiamo parlando? CARTOGRAFIA ANTICA - IL SEGRETO DELLE CARTE PORTOLANE: LE CROCI - II PARTE  Sicuramente di quelle croci nascoste nei portolani. Basta trovare la croce per leggere i meridiani e i paralleli. CARTOGRAFIA ANTICA - IL SEGRETO DELLE CARTE PORTOLANE: LE CROCI - II PARTE Noi possiamo ricavare due croci direttamente dai due giri di compasso oppure ne possiamo ricavare una al centro. Finiamo sempre con ritrovarci con i portolani composti da due parti di Mediterraneo. CARTOGRAFIA ANTICA - IL SEGRETO DELLE CARTE PORTOLANE: LE CROCI - II PARTE La prima parte, composta dalla penisola Iberica più Atlantico, è orientata geograficamente in maniera corretta. Come si entra nel Mediterraneo, dopo Gibilterra, si trova la stessa carta con una scala diversa e … una diversa inclinazione.  Chi partiva dalla Spagna, o dal Portogallo, diretto verso l’Atlantico, non avrebbe notato nessuna differenza. La lettera ai Reali di Spagna in cui Colombo annuncia la scoperta - fatta nel corso del suo terzo viaggio transatlantico - della "terraferma" e ipotizza l'esistenza sul suolo sudamericano del Paradiso Terrestre Hispaniola, settembre-ottobre 1498  Quando io - venendo dalla Spagna alle Indie - giunsi a 400 miglia a ovest delle Azzorre avvertii un gran mutamento sia nel cielo sia nelle stelle, come pure nella temperatura del¬l'aria e nelle acque del mare. E a questo fenomeno feci molta attenzione. Osser¬vai che da nord a sud, oltrepassata la distanza di 400 miglia dalle suddette isole, l'ago della bussola che fino a quel punto tende a nord-est, si orienta d'im¬provviso a nord-ovest una quarta di vento tutta intera. E ciò si verifica mentre ci si avvicina a tale linea, come chi stesse superando un pendio. Trovai pure il mare (il Mare dei Sargassi) completamente pieno di un'erba fatta di rametti di pino e carica di frutti simili a quelli del lentisco. L'erba era così densa che nel mio primo viaggio temetti che si trattasse di una secca e che le navi vi si sarebbero arenate. E il fatto sorpren¬dente è che fino al momento di arrivare a quella linea della stessa erba non se ne trova affatto. Arrivando in quel punto trovai il mare calmo e liscio e benché soffiasse il vento esso non si alzava mai. Inoltre all'interno di questa linea, dal lato di ponente, la temperatura era mite e senza grandi sbalzi sia d'inverno sia d'estate … etc etc. CARTOGRAFIA ANTICA - IL SEGRETO DELLE CARTE PORTOLANE: LE CROCI - II PARTE Il massimo rispetto per Colombo e per chi lo studia…. ma io resto della mia personalissima idea. La quarta di vento, di differenza, la si misura dentro il Mediterraneo: ammesso che avessero delle bussole idonee. Basta poco per documentarsi sul magnetismo terrestre e sulla grande scoperta di Colombo; chi non ha sentito parlare della bussola di Colombo? Immaginate, invece, di dover disegnare una carta, comprensiva di Atlantico, per raggiungere il Paese della Seta. Disegnate l’Equatore e il Tropico e incollateci una carta portolana qualsiasi. Alessandria d’Egitto risulterà molto più a nord delle Isole Canarie. Non serviva una bussola! Poi, per la verifica, c’erano le prime carte di Tolomeo. Rolando Berretta

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