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‘Cartografías contemporáneas. Dibujando el pensamiento’

Creato il 24 febbraio 2013 da Cristina @cbalmativola
‘Cartografías contemporáneas. Dibujando el pensamiento’Ieri è stato l'ultimo giorno in cui si poteva visitare - presso il Caixa Forum di Madrid - la mostra Cartografías contemporáneas. Dibujando el pensamiento, un'esposizione dedicata alla mappa non solo come rappresentazione geografica dello spazio, ma come strategia di rappresentazione soggettiva di noi stessi in specifici luoghi.
In sintesi - e questo veniva esplicitato già nel pannello iniziale - l'obiettivo della mostra consisteva nel presentare il modo in cui l'uomo illustra i proprio posizionamento nel  mondo, nell'esperienza della vita e nelle relazioni con gli altri. Per tale ragione il discorso muoveva da sistemi di orientamento nello spazio 'oggettivi', cartografici, misurabili e comparabili - le cartine geografiche di antica e recente data, i sistemi di geolocalizzazione attuali - alla considerazione del rapporto reale-virtuale nel nostro 'situarci nel mondo, nel tempo e nella vita' e alla produzione artistica che indaga e visualizza tale seconda opzione.
Di qui, pertanto, approfondimenti artistici 'cartografici' di temi quali lo spazio fisico (ma anche politico, economico, militante), lo spazio mentale (dal pensiero ai sogni), il corpo come strumento di percezione del mondo - restituiti attraverso in primis il disegno, ma anche il collage fotografico e non, la realizzazione di teche tridimensionali e infine, perché no?, anche la danza (v. video della Serpentine Dance in conclusione a questo post).

‘Cartografías contemporáneas. Dibujando el pensamiento’

I got up. On Kawara (1970).

‘Cartografías contemporáneas. Dibujando el pensamiento’

Traer el mundo al mundo. Alighiero Boetti (1984). Foto: Cortesía Caixaforum

‘Cartografías contemporáneas. Dibujando el pensamiento’

Una linea trazada caminando. Richard Long (1967). Collection Dorothee and Konrad Fischer. Foto: Cortesía Caixaforum

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Autogeografía 1966. The Saul Steinberg Foundation, New York. Cortesía de The Pace Gallery, Nova York. © The Saul Steinberg Foundation/Artists Rights Society (ARS), New York. © VEGAP, Barcelona, 2012" />Autogeografía 1966. The Saul Steinberg Foundation, New York. Cortesía de The Pace Gallery, Nova York. © The Saul Steinberg Foundation/Artists Rights Society (ARS), New York. © VEGAP, Barcelona, 2012" />Autogeografía 1966. The Saul Steinberg Foundation, New York. Cortesía de The Pace Gallery, Nova York. © The Saul Steinberg Foundation/Artists Rights Society (ARS), New York. © VEGAP, Barcelona, 2012" />Autogeografía 1966. The Saul Steinberg Foundation, New York. Cortesía de The Pace Gallery, Nova York. © The Saul Steinberg Foundation/Artists Rights Society (ARS), New York. © VEGAP, Barcelona, 2012" title="‘Cartografías contemporáneas. Dibujando el pensamiento’" />Autogeografía 1966. The Saul Steinberg Foundation, New York. Cortesía de The Pace Gallery, Nova York. © The Saul Steinberg Foundation/Artists Rights Society (ARS), New York. © VEGAP, Barcelona, 2012" class="borde_thumbs_video2" />

Autogeografía. Saul Steinberg (1966). The Saul Steinberg Foundation, New York. Foto: Cortesía Caixaforum

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América invertida 1943. © Joaquín Torres García, Museo Torres García" />América invertida 1943. © Joaquín Torres García, Museo Torres García" />América invertida 1943. © Joaquín Torres García, Museo Torres García" />América invertida 1943. © Joaquín Torres García, Museo Torres García" title="‘Cartografías contemporáneas. Dibujando el pensamiento’" />América invertida 1943. © Joaquín Torres García, Museo Torres García" class="borde_thumbs_video2" />

Joaquín Torres García. América invertida (1943). Foto: Cortesía Caixaforum

‘Cartografías contemporáneas. Dibujando el pensamiento’

Contingent. Adriana Varejão (1998-2000).



Danse Serpentine [II] (Cat. Lumiere n765-I)(1897 - 1899). [the American dancer Loie Fuller (1862 - 1928) became famous for the veils that she twirled around her during her choreographies. Her first work, Serpentine Dance, was staged in New York in 1892 and was an instant hit. Illuminated by dozens of side projectors, Loie Fuller was able to make her body disappear under a veil several meters long, whirling on a glass square backlit by colored bulbs...]

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