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Cartoline dal paradiso/4. Equinozio leopardiano

Da Silviapare
La festa dell'equinozio è stata carina, con letture di poesie, disegni collettivi e un teatro delle ombre. Io ho letto una poesia in italiano e la sua traduzione in inglese. La scelta della poesia è stata facilissima, non ho dovuto pensarci neppure un istante. Era la poesia perfetta per questo paesaggio qui (manca la siepe, ma va bene lo stesso)
Cartoline dal paradiso/4. Equinozio leopardiano
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte 
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. 
Ma sedendo e mirando, interminati 
spazi di là da quella, e sovrumani 
silenzi, e profondissima quïete 
io nel pensier mi fingo; ove per poco 
il cor non si spaura. E come il vento 
odo stormir tra queste piante, io quello 
infinito silenzio a questa voce 
vo comparando: e mi sovvien l’eterno, 
e le morte stagioni, e la presente 
e viva, e il suon di lei. Così tra questa 
immensità s’annega il pensier mio: 
e il naufragar m’è dolce in questo mare.
This lonely hill was always dear to me, 
and this hedgerow, which cuts off the view 
of so much of the last horizon. 
But sitting here and gazing, I can see 
beyond, in my mind’s eye, unending spaces, 
and superhuman silences, and depthless calm, 
till what I feel 
is almost fear. And when I hear 
the wind stir in these branches, I begin 
comparing that endless stillness with this noise: 
and the eternal comes to mind, 
and the dead seasons, and the present 
living one, and how it sounds. 
So my mind sinks in this immensity: 
and floundering is sweet in such a sea.
(translated by Jonathan Galassi)

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