h 14.15, 18 marzo 2013
Un corridoio d’attesa, illuminato da una luce al neon e percorso da un chiassoso via vai. Sedute su seggioline di plastica grigia, due donne conversano con parole veloci, le voci concitate eppure basse. Di tanto in tanto, il silenzio interrompe il cicaleccio di tutti i presenti, come una pausa orchestrata di silenzio collettivo: e allora sillabe sfuggono alla segretezza della discussione e risuonano limpide e prive di imbarazzo.
Mastite.
Capezzoli.
Come un geyser.
Dolore.
Allattamento.
Mammella.
Intorno a loro, alcuni visi si tingono di rosso, come una suora imporporata di fronte a un’inattesa bestemmia.
Un ragazzo sfila la mano da quella di una ragazza e si allontana di qualche passo, il volto chino.
Una porta che sbatte copre di nuovo le parole delle due donne, che, inconsapevoli, continuano a parlare e non pargono accorgersi di alcunché avvenga intorno a loro.
[Cosa è cartoline dal quotidiano]