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Cartoni… a modo mio

Creato il 12 settembre 2015 da Cobain86
Heidi

Heidi

Per chi negli anni ’90 era ancora un pulcino. Per chi vuole farsi due risate. Per chi pensa che Papà Gambalunga fosse veramente riferito alla sua (terza) gamba. Ecco un’analisi critica dei cartoni che hanno fatto storia negli anni ’80 e ’90, traumatizzando migliaia di adolescenti ma regalandoci ore meravigliose, tra patimenti indicibili e orge travestite da innocenti musichette e sorrisi da Buondì. Buona lettura!

Heidi & Co.
Heidi fa parte di una serie di cartoni (se non fa addirittura da apripista) basati su sfighe umane indicibili: le madri non compaiono mai, sono tutti abbandonati a sè stessi (vedi anche Remì), il patimento unito alle vergate e alla fustigazione pubblica aleggiano per tutto il cartone instaurando un insano clima di spensierata allegria.
Dopo il miracolo della bambina che torna a camminare (su cui credo che House avrebbe alquanto da ridire, è difficile sbloccare un’occlusione che bloccava i muscoli/circolazione delle gambe senza intervento) direi che il vertice è stato raggiunto, con lei che saltella allegra sui campi, mentre Peter deve vivere con una nonna maleodorante e cieca in una casa diroccata. Una perfetta situazione da servizi sociali, insomma. Ma poi secondo me Heidi e Peter si sposano e aprono una di quelle baite dove ti pelano per farti sentire il gallo alle 5 di mattina…

Mila e Shiro: due cuori nella pallavolo
Mila s’innamora di Shiro ok, e la canzone dice che dovrà solo allenarsi molto per diventare la più brava. Secondo me anche esser alte, slanciate e carine aiuta parecchio. Il fatto che lei si faccia il campione della squadra maschile è propedeutico, un aiuto alla carriera mettiamola così. Quando si dice unire casa e bottega!!!

Ranma mezzo
Un panda che insegue il figlio mutato in ragazza, che deve combattere con un ragazzo senza alcun senso dell’orientamento (ho conosciuto persone così anche nella realtà, gente capace di perdersi a casa propria) che si trasforma in porcello, con una specie di Houdini che diventa papero, corteggiato da una donna che diventa micetta. Un bel casino ma Ranma non si chiede mai una cosa: ma come sarà l’orgasmo femminile? Ecco io sperimenterei l’esperienza (in via solitaria, ovvio, sai che shock farsi un uomo), credo che gli spunti sarebbero curiosi…

Lady Oscar
Già dalla sigla capiamo l’antifona (versione cantata dai Cavalieri del Re e cambiata subito con l’arrivo di Cristina): tutti aspettavano un maschietto ma ahimè sei nata tu. Inneggiamo al figlio maschio e uccidiamo le femmine quindi, come facevano nella Cina di trent’anni fa in base al piano di controllo delle nascite. E poi un fioretto nella culla… credo che molti psicologi avrebbero da ridire. Normale che poi diventi un travestito (il coming out ai tempi del re di Francia credo che equivalesse alla decapitazione in pubblica piazza) e che abbia una relazione finto gay (con un ragazzo), essendo poi lei una ragazza. Chissà le avventure lesbiche non raccontate che direbbero…

Holly e Benjii
Come fanno due semplici ragazzini a fare dei tiri così? Cioè nemmeno Del Piero sotto anfetamine riesce a far ruotare il pallone così… Il pallone inoltre gira per due ore su questo benedetto campo e c’è lo stadio pieno: io inizierei a fare qualche controllo antidoping… Ma per i genitori, oltre che per i figli!
Un campo infinito di forma sferica, che permette di percorrere l’intera circoferenza del pianeta, acrobazie senza senso per fare un tiro in porta… Antesignani del più recente Shaolin Soccer, è il cartone amato da generazioni di pargoli con in mente una cosa sola: il pallone, la scuola calcio o la polisportiva di paese, tanti soldi, macchine di lusso e veline. Salvo poi scoprire che la realtà è leggermente diversa.

É quasi magia Johnny
Il fatto che sia la mia sigla preferita non impedisce il progredire di spontanei dubbi: ma un uomo che può leggere nel pensiero quante donne può capire e soddisfare (ricorda What Women Want, pellicola di qualche anno fa)? E invece no, lui ha Sabrina la supertopolona che suona il sax e Tinetta, la classica amica che gliela tirerebbe dietro la schiena se potesse, ma lui, molto attento ai piccoli particolari, continua a saltellare a destra e manca spostando cose e cassetti della casa. Le sorelle di Johnny meriterebbero tanto amore, ma purtroppo nel cartone lo spazio principale è suo per cui forza Johnny: prima o poi ti sveglierai e tutte felici renderai. Ovviamente le varie cesnure hanno trasmutato il significato di alcuni personaggi (il manga e l’anime originali si chiamano Orange Road), ma in Italia l’impressione che traspare è quella sopra descritta.

Papà Gambalunga
E voglio chiudere con la chicca delle chicche: Judy, classica ragazza senza papà che viene sbattuta all’orfanotrofio (degna compare di Heidi, a quanto pare) e che, per una vita, cerca nelle ombre altrui, quella del dolce paparino.
Il cartone, per quei pochi che ancora non lo sapessero, finisce con Judy che si fa/sposa suo padre (ignota, ovviamente, di tutto ciò). Un happy ending all’insegna dell’incesto, tutti felici e contenti.
A parte il chiaro doppio senso fallico nel cognome del padre direi che l’Oscar del cartone pervertito, prima in bilico tra Ranma e Lady Oscar, debba andare meritatamente a Judy. Una che arriva a farsi suo padre merita i miei applausi: passino le ventenni che si fanno bombare dai trentenni ma una che addirittura si fa il suo genitore è l’emblema della mente malata nipponica.

Complimenti e figli maschi a tutti quanti!

Marco


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