Partendo dal racconto degli ultimi giorni di vita del grande tenore, la miniserie racconta il percorso artistico e personale di Caruso, dall’infanzia del bambino talentuoso agli esordi, fino ai successi americani del Metropolitan e alla definitiva consacrazione come “stella” mondiale della lirica. Centrale, nel racconto, la tormentata unione, fatta di slanci passionali e tradimenti, con Ada Giachetti, cantante lirica e donna molto determinata, madre dei due figli di Caruso alla quale si contrappone l’affetto solido e l’intesa duratura con Rina, la sorella di Ada, una donna dolce e remissiva che sosterrà Caruso sempre, senza remore, sia nella vita artistica che familiare. E’ la storia di un personaggio dalle mille sfaccettature, una vita sempre in corsa: da una parte la carriera, fatta di luci, applausi, ovazioni e straordinari successi, dall’altra il privato, con la fragilità del suo lato umano, le difficoltà in famiglia, gli amori, le scelte affrettate e a volte sbagliate.
“Caruso era la rockstar dei suoi tempi. Era geniale e sregolato. Era idolatrato dalle folle, per il suo fascino, anche fuori dalla scena – ha affermato il regista Reali -. E’ stato grande in tanti personaggi diversi tra loro, e aveva in repertorio più di ottanta opere, tra cui diverse contemporanee. E’ stato il primo artista a superare il milione di copie di dischi venduti in tutto il mondo (come Vesti la giubba, da Pagliacci), ma ha anche sdoganato la canzone napoletana, ai suoi tempi considerata un genere di serie C, e l’ha elevata alla stessa nobiltà artistica della romanza d’opera, al punto che, oggigiorno, qualunque tenore classico, anche in Corea del Sud o in Australia, è tenuto a conoscere e ad avere nel suo repertorio canzoni napoletane, come I’ te vurrìa vasà, esattamente come deve conoscere Vesti la giubba.
(fonti: Agenzia giornalistica il Velino, Adnkronos, Ufficio Stampa Rai)