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Come quello precedente, anche questo appartiene alla serie dei post a tema. Il come, il chi e il perché si trovano qui
Sono di una generazione che non ha conosciuto le visite di cui parlava Colette Rosselli. Quelle in cui ci si preannunciava o ci si invitava con adeguato anticipo, quelle per le quali non ci si poteva presentare - e comunque mai a mani vuote - prima di una certa ora né ci si poteva trattenere dopo un'altra, quelle nel salotto buono di casa, con o senza copertura di cellophane sulle sedie. Grazie al cielo no.
Già per i miei genitori, le visite e gli inviti sono sempre stati quelli del cuore, dettati dal desiderio di incontrare parenti o amici di famiglia più che dal peso della circostanza.
E così è per me. Casa è sempre aperta per amici e parenti e non è raro che amici e parenti si conoscano ormai talmente bene da far si che le condizioni per incontri comuni siano tutt'altro che rare.
Con gli amici, va da sé, la formula è quantomai semplice - "Da noi o da voi?", mentre è chiaro che con i parenti più anziani il riguardo del preavviso sia solo per accertarsi che umore e salute consentano le visite.
Da ragazzi era lo stesso. Mia madre non ha mai posto veti all'andirivieni degli amici, né a inviti a cena improvvisati, e nemmeno, devo dire, veti ci son stati posti dagli altri genitori del gruppo. Ed è forse per questo che ci consideriamo come una grande famiglia allargatissima.
Mia madre ricorda ancora il mese di luglio del 1982, quando lei e il papà partirono per quindici giorni di vacanza lasciando la nonna, che all'epoca aveva 83 anni, alle cure mie e di mio fratello. In realtà ci curavamo a vicenda, ma questa è un'altra storia.
Pensando di fare cosa furba, decisero di rientrare proprio la sera dell'11 luglio, nella certezza di non trovare traffico verso Milano.
Traffico non ne trovarono, in effetti, e quel che videro entrando in casa fu una sala invasa da una ventina di ventenni, la nonna in mezzo seduta in poltrona, e un tifo scatenato al secondo gol di Tardelli e il delirio dopo quello di Altobelli. Il resto è storia, compresa una bandiera cucita lì per lì, e la mitica spaghettata dopo la festa in piazza.
Forse non era una visita convenzionale, secondo l'antico senso del termine. Di certo lo fu a sorpresa.
«Palla al centro per Muller, ferma Scirea, Bergomi, Gentile, evviva è finita! Campioni del mondo, Campioni del mondo, Campioni del mondo!!!» [Nando Martellini - 11 luglio 1982]
p.s. Mi sono resa conto adesso del fatto che noi non vincemmo contro la Germania, bensì contro la Germania Ovest. Quanto tempo è passato eh?
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