Casalinguo

Da Ragno
Ieri stavo facendo il bucato.
Vabbè non c'è un cazzo da ridere: se vivete nel medioevo dove l'uomo doveva solo uccidere vacche e ruttare davanti al camino è un problema vostro.
Ora le vacche si portano in motel e i camini non esistono più.
Facevo il bucato (a mano) e ho aperto una nuova confezione di sapone Coop e ho esclamato Belin è enorme questo sapone, non finirà mai e ho cominciato un incredibile viaggio psicomentale su questa cazzata arrivando alla conclusione che la gente comincia a fare qualsiasi cosa con l'ottimismo/pessimismo di dire Non finirà mai.
Lo facciamo quando ci arriva una fiorentina da 1,4 kg.
Quando cominciamo un dentifricio.
Quando beviamo il sesto long island e siamo ubriachi dal terzo.
Quando ci chiedono di scrivere un documento e non sappiamo da che parte iniziare.
Quando cominciano le vacanze estive.
Quando devi imbiancare una casa.
Quando iniziamo un rapporto etero/omo sessuale.
E invece poi arrivi al punto che il sapone è solo una scaglietta che, come provi ad usarla, si spacca e ti si pianta nei palmi delle mani. O la fiorentina finisce quando te ne saresti mangiato un altro pezzo. O il dentifricio che, quando è alla fine, lo schiacciamo pure coi denti pura avendo un tubetto nuovo di fianco. O il long island che, dopo aver sboccato, diventa uno stupido bicchiere vuoto da spaccare sulla faccia a quel mezzo cesso che non ci ha cagato di uno sguardo perchè troppo impegnata a fare la figa di legno TROIA!
O come in un rapporto.
Un rapporto che è bello bellissimo impossibile da scalfire che diventa qualcosa di meno quando cominci a chiederti Cosa farei senza l'altra persona?
Ed è questo il momento in cui capisci che qualcosa che non poteva finire finisce, perchè nulla è per sempre (così dicono).
Ho finito di lavare, ho sciacquato, ho steso e sono andato a stirare.
Pensando che io quella domanda me la sono fatta e la risposta è stata
Farei le stesse cose ma con molto meno entusiasmo.

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