Tappe come questa ti riconciliano con ciclismo, ti regalano emozioni raffinate ed intense, ti raccontano storie di uomini prima ancora che di corridori. Ti mostrano l'atleta vero, e il testa a testa in cui ci si misura con gli avversari, ma prima ancora con se stessi. In questa torrida giornata si sono visti scatti, duelli, crisi, strenue resistenze e lotte in solitudine, che si sono intrecciate sul nastro grigio chiamato strada, cha ha portato i corridori a Saint Jean de Maurianne dopo la scalata al mitico
Col de Madelaine. Come ci si aspettava, questa salita infinita, ha lasciato il segno nella classifica, nelle menti, e nell'animo dei corridori, e degli appassionati. Il copione è steso, le Alpi ci consegnano la bozza che da qui a Parigi vedrà andare in scena: protagonisti, antagonisti, comprimari e comparse di questo Tour 2010. Per la cronaca
Sandy Casar ha vinto la nona tappa del Tour al termine di una fuga epica partita al km 11 di gara. In volata ha bruciato lo spagnolo
Luis Leon Sanchez (Casse d'Epargne) e
Damiano Cunego (Lampre), autore di una buona tappa, col coltello tra i denti.
Cadel Evans in crisi nera, corre con un gomito fratturato, onora la corsa ma perde 8 minuti e la maglia di leader. La Gialla va sulle spalle di
Andy Schleck, che arriva puntuale all'appuntamento col destino, e veste per la prima volta il simbolo del primato della Grande Boucle. Di qui a Parigi se la giocherà con
Contador. Il nostro
Ivan Basso cede, barcolla, ma non molla. La vittoria è un'utopia, ma resta il sogno di un podio a Parigi o di un pizzamento nei 5.
IL BUONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO. Dopo pochi km si capisce che la tappa sarà esaltante e spettacolare. Al km dieci di gara partono in 11: Jerome Pineau (QuickStep), Jens Voigt (Saxo Bank), Cyril Gautier (Bbox), Luis Leon Sanchez (Caisse d'Epargne) , Jose Ivan Gutierrez (Caisse d'Epargne),
Christophe Moreau (Caisse d'Epargne),
Sandy Casar ( FdJ), Rinaldo Nocentini (AG2R), Anthony Charteau ( Bbox). Al loro inseguimento si lanciano Cunego (Lampre) e Taaramae (Cofidis) che riusciranno a raggiungere il gruppo di testa nella discesa della Colombiere. I fuggitivi arrivano ad avere un vantaggio massimo di 6 minuti sul gruppo che lascia spazio, senza però mollare la corda. Nell'aria si sente l'odore della battaglia. All'inizio del
Col de la Madelaine davanti sono rimasti in 5: oltre a Cunego ci sono Moreau, Sanchez, Charteau e Casar. Nel gruppo maglia gialla inzia il forcing
Astana che miete vittime illustri: prima
Rogers e Sastre, poi la maglia gialla Evans, in evidente difficoltà vista l'evidente fasciatura; il campione del mondo corre con una frattura al gomito. Per lui il ritmo è troppo alto, non riesce a correre nel suo classico stile "fuorisella" e perde le ruote dei migliori restando con i propri gregari, alcuni più al gancio di lui. L'andatura aumenta sotto i colpi degli Astana e man mano il gruppo si sgrana. Si capisce che si fa sul serio e che sta per esplodere la corsa anche tra i Big.
BOOM. La scintilla la accene
Navarro che parte come un razzo per lanciare il proprio capitano Contador (Astana), a questa accelerazione risponde pimpante
Andy Schleck (Saxo Bank)e si riporta sotto a fatica un ottimo
Samuel Sanchez (Euskaltel); ma solo per poco, perderà le ruote dei migliori poco dopo, scegliendo saggiamente di salire del proprio passo. Gli altri big dietro arrancano cercando di limitare i danni; si formano due gruppetti: il primo composto da Gesink, Menchov, Rodriguez, Leipheiemer e il secondo con Armstrong, Basso, Van Den Broeck, De Weert, Plaza. La salita sarà un'inferno per tutti; il caldo, la fatica, e la voglia di dare tutto oltre i propri limiti, ma allo stesso tempo la consapevolezza di non poter andare fuori giri: è lo spettacolo del Tour. L'ascesa è terribile e davanti restano in 4: Casar, Charteau, LL.Sanchez, Cunego mentre Voigt si stacca; giusto il tempo per tirare il compagno Andy Schleck, raschia il fondo del barile per poi staccarsi inesorabilemte. Encomiabile. Poi rimarranno soli Contador e Schleck, la loro pedalata agile li rende di un altro pianeta, un gradino sopra gli altri. Varie volte rilanceranno l'azione per mettersi alla prova senza mai staccarsi, ci sarà il momento per fare sul serio.
Per ora danzano sui pedali al ritmo di una musica nota solo a loro. Nelle retrovie
Samuel Sanchez li vede, ma non riesce a raggiungerli, Menchov Gesink e Leipheimer collaborano per perdere il meno possibile; Basso cede, ,ma non affonda, tirando per tutta la salita non ricevendo cambi da chi ha un capitano davanti. Al GPM Casar, Charteau, LL.Sanchez, Cunego transitano con:
+2:20 Contador, Schleck, Voigt
+3:20 Gesink, Menchov, Rodriguez, Leipheiemr
+4:20 Armstrong, Basso, Van Den Broeck, De Weert, Plaza
+9:00 Evans, che continua a remare, nonostante la barca faccia acqua da tutte le parti. Eroico.
In discesa e nei restanti 13 km in pianura Contador e Schleck arrivano a riprendere i fuggitivi proprio nel finale, Sanchez va a tutta e si candida per il podio finale, Gesink, Menchov, Rodriguez, Leipheiemr continueranno ad aiutarsi mentre Basso riceverà pochi cambi. Sul traguardo
Sandy Casar coglie l'attimo e trionfa, a
Sanchez e
Cunego va il plauso per una giornata sempre all'attacco, ma resta il rammarico per la volata finale. Moreau, Charteau Contador e Schleck arrivano a 2", Sanchez paga 50", il gruppo Menchov a 2'e07", Basso e company a 2'e50". Sastre e Wiggins affondano con 5'; Evans nel finale recupera e chiude a 8'. Sul traguardo commovente l'abbraccio in lacrime al fedele gregario
Santambrogio; vero e proprio Virgilio per il capione del mondo lungo la tappa infernale di oggi. Per l'australiano niente gloria, ma tanto onore.
La Madelaine è stato un ring, un'arena per combattenti. Ognuno ha dato tutto combattendo fino allo strenuo delle forze. Nella battaglia di oggi abbiamo visto chi sono i guerrieri più forti, ma attenzione: la guerra non è finita.Arrivo di tappa.
Generale.