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Caserta: alleanza Casalesi-mafia, 9 arresti

Creato il 14 novembre 2011 da Yourpluscommunication

Caserta: alleanza Casalesi-mafia, 9 arrestiGli agenti della Squadra mobile di Caserta stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip Pasqualina Paola Laviano, su richiesta dei pm Cesare Sirignano, Francesco Curcio e Ivana Fulco, a carico di nove persone, presunte affiliate al clan dei Casalesi attivo nel casertano, clan Mallardo attivo nel napoletano e la cosca capeggiata da Totò Riina.

Le indagini hanno ricostruito rapporti ed interessi economici tra le alleanze ed hanno confermato l’esistenza di una spartizione degli affari all’interno dei mercati ortofrutticoli da parte dei principali clan criminali del Paese.

Se l’indagine precedente aveva evidenziato l’importanza assunta dal clan «dei Casalesi» che, al fine di aggiudicarsi il controllo esclusivo nello strategico settore dei trasporti dei prodotti ortofrutticoli sulle tratte da e per la Sicilia, aveva stretto una vera e propria alleanza con esponenti di spicco della Mafia siciliana e con i loro emissari imprenditoriali, che controllavano il commercio all’ingrosso e la distribuzione di tali beni nei principali mercati dell’isola.

L’evolversi dell’inchiesta, grazie anche all’apporto di collaboratori di giustizia quali Gianluca Costa, uomo di fiducia e dipendente di Pagano, di Francesco Cantone e di Salvatore Laiso, ha pemesso di acquisire nuovi e gravi indizi a carico dei destinatari della presente misura restrittiva.

Quattro dei destinatari si trovavano già in carcere, tra questi il fratello di Totò Riina, Gaetano e Nicola Schiavone figlio del boss Francesco detto ‘Sandokan’, arrestato il 15 giugno 2010 dalla Squadra Mobile di Caserta quale mandante dell’omicidio di tre affiliati, nella gestione della «Paganese Trasporti» e nella fittizia intestazione a Costantino Pagano di quote societarie appartenenti al proprio gruppo famigliare.

Secondo le nuove acquisizioni investigative, il delfino e reggente del clan Schiavone, veniva coinvolto direttamente nella gestione della ditta, anche per derimere i contrasti insorti con altre organizzazioni camorriste del napoletano, allorchè Costantino Pagano intraprendeva una vera e propria guerra di conquista dei mercati campani che, fino ai primi anni del 2000, erano controllati da ditte di trasporto contigue ai clan Mallardo di Giugliano in Campania (Napoli) e Licciardi di Secondigliano (Napoli), tanto da indurre a ritenere che il primogenito di Sandokan fosse il vero dominus della «Paganese».

Infatti, l’interesse del clan Schiavone sulle attività dei mercati ortofrutticoli è stato confermato dal collaboratore Francesco Cantone il quale ha riferito di un incontro avvenuto dopo l’arresto di Pagano e Paolo Schiavone, figlio di Francesco «Cicciariello», tra Nicola Schiavone e Michele Zagaria, determinato dal proposito di quest’ultimo di estendere la propria influenza sullo strategico mercato di Fondi (Latiba), uno dei più grandi d’Europa, attraverso commercianti ed imprenditori a lui collegati.

In quella circostanza Nicola Schiavone intimò al latitante di non intromettersi con una frase inequivocabile: «Michele tu vuoi bene a mio padre?…Allora devi velere bene anche a me! Lascia stare il mercato di Fondi perchè è una cosa che me la vedo io…».

Inoltre, riferiscono gli investigatori, il collaboratore Gianluca Costa ha fornito ulteriori elementi a carico di Francesco Del Vecchio, fratello di Carlo, e figlio di Paolo, entrambi arrestati nel contesto della citata operazione «Sud Pontino», rivelando come i Del Vecchio, referenti diretti degli Schiavone fossero i veri depositari di ogni potere decisionale nella gestione delle attività criminose – quali il traffico di armi – e non, della «Paganese Trasporti».

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