Vi propongo alcuni stralci da un lunghissimo articolo di Enrico Borra pubblicato su La Meta in edicola. Ci sono alcune cose che non mi tornano. O che mi lasciano un po’ perplesso:
- “Giulio Toniolatti, Alberto De Marchi e Simone Favaro hanno firmato per Treviso e Lorenzo Romano con i Saracens ma ci sono forti pressioni affinché invertano la rotta”. Non capisco, si tratta di gente adulta e vaccinata. Le firme su un pezzo di carta non valgono ormai davvero più nulla? Le loro volontà?
- “In questo senso le posizioni più delicate sono quelle di Michele Campagnaro e Angelo Esposito, “opzionati” a suo tempo dal DG di Treviso Vittorio Munari e ora in bilico tra la maglia biancoverde e le richieste che giungono da Roma”. Campagnaro, Esposito e aggiungo Morisi, vogliono andare a Treviso e hanno informato la FIR della loro volontà. Non è che siano stati opzionati.
- “la colpa massima che posso attribuire a Melagari è quella di aver rispettato l’iniziale capitolato FIR”. Non capisco, che altro doveva fare? Firmare un accordo e poi fregarsene?
- “Il fatto che, forse, la fideiussione degli Aironi non sia esigibile come paventato da qualche ben informato, si sapeva da un pezzo”. Quindi gli Aironi sono entrati in Celtic senza avere le carte in regola e la FIR lo sapeva? Chissà cosa ne penseranno i Pretoriani. O più semplicemente il board celtico. Proprio una cosa “all’italiana”…
- “nemmeno Treviso è stato in grado di portare una fideiussione ma solo una lettera della famiglia Benetton con l’impegno a garantire la somma richiesta. Se ragioniamo in termini di esigibilità, carta straccia”. Quindi nemmeno Treviso aveva le carte in regola per entrare in Celtic e anche in questo caso la FIR avrebbe eluso le regole. Tutto molto normale, tutto molto bello… Se l’intenzione era quella di sottolineare la bontà dell’operato della federazione temo che il risultato sia un mezzo boomerang. Ma forse mi sbaglio. Ecco alcune parti dell’articolo.
(…)Inutile girarci attorno: la franchigia che verrà parte in gravissimo ritardo rispetto a tutte le altre partecipanti formazioni europee. Dopo la durissima salita che era toccata agli
Aironi insomma, si riparte per un sentiero ancor più ripido. (…)
La scelta di “federalizzare” la seconda franchigia avrebbe un senso tecnico se e solo se la stessa fungerà da “palestra settimanale” per una parte consistente delle rose delle tre principali nazionali del nostro movimento. (…)
Scontata la sede a Parma. Impensabile, infatti, aggiungere alla valanga di avversità da affrontare nell’emergenza anche il trasloco in un’altra sede. Quasi tutti i giocatori ”chi ve” abitano all’interno dei confini della città ducale e per questo si è intelligentemente propeso per la soluzione meno traumatica. Almeno per il momento. (…)
La parte più complessa e delicata dell’operazione rimane senza dubbio quella dei contratti. In teoria si invoca un passaggio in massa della rosa ex Aironi alla neo-nata realtà, in pratica si deve ripartite da zero nei rapporti con i giocatori. Giocatori che sono comprensibilmente innervositi dalla situazione (…)
La conferma di tutti gli elementi di pregio della rosa del Benetton e l’arrivo di Loamanu, Budd e La Grange (con il nome del pilone in arrivo ancora da rivelare) rendono i veneti lontani anni luce, anche e soprattutto per la rodata e affidabile organizzazione di Treviso, dalle velleità della newco federale. (…)
Passiamo alla politica. Sull’argomento ho letto le più stralunate teorie complottiste, tutte ovviamente con protagonista il presidente federale. Tutte con l’unico fine di portare a Parma la franchigia. Facciamo, quindi, un salto nel passato e ricordiamoci che Dondi ha dato l’ok all’ingresso in Celtc League solo perché costretto dalla situazione economica delle società italiane. (…) Per Dondi, Benetton e Aironi avrebbero significato la chiusura di un cerchio e, sopratutto, la risoluzione di un problema: limitare ad un cospicuo investimento “centralizzato” le velleità distruttive del goffo e illuso professionismo italiano. La società di Melegari si è sempre dimostrata collaborativa e, per questo, ha ricevuto un trattamento particolare. Perché chi si dimentica che lo staff offerto dalla FIR agli Aironi era un ‘regalo’ da oltre mezzo milione di euro in più rispetto a quanto già assicurato, è in evidente mala fede. Se da Viadana non fossero arrivati segnali allarmanti e le relative richieste di aiuto infatti, il caso Aironi non sarebbe mai sorto e lo Zaffanella avrebbe continuato ad ospitare Pro 12 e Heineken Cup almeno fino al giugno 2014.
(…) la colpa massima che posso attribuire a Melagari è quella di aver rispettato l’iniziale capitolato FIR. Forse così facendo Viadana non avrebbe potuto partecipare al bando iniziale per mancanza di garanzie, certo, ma quello che si è portata in casa la famiglia Melegari è stato senza dubbio un bel nido di serpi. Gli adii, i colpi di scena firmati da dei club che sono passati in un amen dal vantarsi tra i salotti di mezza Europa della partecipazione agli Aironi, allo scappare con la coda tra le gambe al momento della presentazione del conto, sono forse l’aspetto più triste che ci lascia in eredità questa vicenda. (…)
La querelle delle fideiussioni è una semplice farsa. Il fatto che, forse, la fideiussione degli Aironi non sia esigibile come paventato da qualche ben informato, si sapeva da un pezzo è il motivo è molto semplice: nel 2009 (ma con tutta probabilità sarebbe così anche oggi) nessuno nel mondo della palla ovale italiana poteva permettersi di mettere sul piatto (o mettere a rischio) la cifra richiesta dalla FIR a garanzia dell’ingresso tra i professionisti. Questo è provato dal fatto che nemmeno Treviso è stato in grado di portare una fideiussione ma solo una lettera della famiglia Benetton con l’impegno a garantire la somma richiesta. Se ragioniamo in termini di esigibilità, carta straccia (non stiamo parlando di intenzioni, e questa non è una critica ai Benetton, sia chiaro, ai quali al contrario si dovrebbe erigere un monumento all’ingresso del Comunale di Monigo…).