E così, come del resto era prevedibile dopo il rilascio dei verbali sul caso amianto, i movimenti sociali che da mesi si sono occupati della vicenda escono di nuovo allo scoperto ed esprimono a chiare lettere la propria posizione di sdegno e di “lotta” per la verità. In prima fila c’è il collettivo AlessandiraInMovimento del Laboratorio Sociale di via Piave il quale, lungi dall’abbandonare le barricate, si scaglia contro alcuni membri del CdA e della giunta comunale: il mirino è infatti puntato soprattutto sul presidente dell’Amag Lorenzo Repetto, reo per òloro di aver affidato i lavori di bonifica alla ditta “amica” Switch 1988 a seguito di un consiglio d’amministrazione avvenuto a porte chiuse con Elvira Mancuso. “Finalmente il responsabile è stato individuato”, si legge in una nota del movimento sociale. ” Ma purtroppo vi sono ancora questioni tenute nascoste, domande che esigono risposte: quale laboratorio ha effettuato le prime analisi dichiarando ‘nulla’ la percentuale di amianto presente nell’area? Con quali modalità è stato scelto quel laboratorio e non un altro? Perché il nome di questo laboratorio non è mai venuto fuori?”.
Domande effettivamente più che lecite, che prima o poi verranno poste anche da altri organi e che daranno il via alla seconda fase del caso amianto-bonifiche: quella che, una volta emersa la dinamica dei fatti, prenderà provvedimenti nei confronti dei responsabili, chiederà i danni agli esecutori del disastro e che continuerà a pretendere chiarezza. Il tutto- probabilmente-tra una richiesta di dimissioni e l’altra.