Caso biblioteca: la parola al consigliere marco butti

Creato il 02 gennaio 2012 da Bagaidecomm @BagaideComm

La biblioteca comunale di Como

Il caso biblioteca scuote l'ambiente universitario comasco. La chiusura della sala studio ha scatenato aspre polemiche innescando la rabbiosa reazione degli studenti universitari: per l'idiozia di pochi non può pagare l'intero corpo studentesco. Il Consigliere di maggioranza Marco Butti, intervistato dalla nostra redazione, condivide e aggiunge:" Giusto censurare i vandalismi, ma chiudere la sala studio è un provvedimento eccessivo, tanto più se varato in piena sessione d'appello. Oltretutto, da studente affezionato della sala studio nel corso della mia passata esperienza universitaria, conosco bene l'importanza della biblioteca nel percorso di studi". Riguardo alle recenti dichiarazioni dell'Assessore Sergio Gaddi sul caso, Butti replica:" Dire che la sala studio è un servizio che il comune non è tenuto a garantire mi pare  fuori luogo. Una città come Como, ricca di cultura, deve investire nella crescita culturale dei propri giovani e gli spazi di studio sono parte integrante di questo investimento". In conclusione, Butti cerca soluzioni ai vandalismi, all'origine dell'intera vicenda: " La risposta ai vandalismi non può essere la chiusura della sala e nemmeno l'intervento estemporaneo d'imbianchini. Le telecamere potrebbero tornare utili ma ogni decisione è prematura senza un preventivo confronto sulla questione tra l'amministrazione comunale, i vertici della biblioteca, i rappresentanti degli studenti e degli utenti della sala studio. Oltre ai controlli serve definire un percorso comune di sensibilizzazione dell'utenza volto a promuovere il massimo rispetto per gli ambienti di studio comuni e stimolare chi conosce gli autori dei vandalismi a fornire all'autorità competente le informazioni necessarie al loro riconoscimento. Verso i responsabili di simili gesti non è ammessa tolleranza." Controlli, collaborazione e tolleranza zero: rimedio energico  con gli studenti protagonisti. Siamo pronti a fare la nostra parte?
Luca Parravicini

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