Nell’Italia in crisi accade anche che il lavoro lo si trovi rivolgendosi al crimine organizzato. Forse non è una novità, per anni si è creduto che scrivendo cronache simili lo scenario fosse il Sud di Italia ed invece no, quello che cerchiamo di farvi conoscere accade al Nord, a Milano all’ombra della Madonnina.
Accade che a Milano, una cosca ‘ndrangheta, quella dei Flachi agisca come “agenzia di collocamento”ovvero la “famiglia” offriva lavoro. E’ possibile? Sì, è il frutto di una indagine importante che pone alla luce gli affari delle cosche sul Centro Sportivo Iseo, di proprietà dell’amministrazione comunale di Milano.
A scoprire il traffico sono stati gli uomini dell’antimafia milanese, che hanno messo in luce i traffici della famiglia che a quanto pare ha operato sino al 2011 quando sono partiti i primi fermi dell’operazione Redux-Caposaldo.
Dopo il cambio di gestione del Centro Sportivo di Iseo, sembra ci siano stati pure degli incendi dolosi. Per i fatti sono state comminate 16 condanne tra cui una a 20 anni e 4 mesi a Pepè Flachi, presunto “capo” della Comasina. Nella motivazione della sentenza viene anche narrato un presunto incontro tra uomini dell’ndrine e personaggi politici locali.
Nella medesima sentenza viene condannato anche Paolo Martino, probabilmente presente all’incontro a cui probabilmente avrebbero partecipato anche Domenico Zambetti e Emilio Santomauro.
Nello specifico sarebbe emerso che i Flachi controllavano anche aziende di movimento terra, security di locali e negozi della metropolitana milanese e a quanto sembra fossero attivi anche nell’estorsione presso dei paninari, non solo secondo gli inquirenti attraverso l’Mfm i Flachi sarebbero entrati in attività con TNT ed avrebbero agito nella distribuzione pacchi e lettere.
Non nella sentenza di oltre duemila pagine sarebbe ben illustrata la modalità di influenza dei Flachi sul Centro Sportivo Iseo e sopratutto sarebbe sottolineato come il comune di Milano fosse all’oscuro delle restanti attività malavitose.