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Un tempo si diceva: “Prima lancia il sasso, poi tira indietro la mano”, oggi varrebbe lo stesso sul tema delle scuse, almeno è quanto hanno pensato alcuni parlamentari – e non solo – dopo l’insulto dell’onorevole Calderoli al ministro dell’Integrazione, Cecile Kyenge. La questione delle scuse come formalità, più che come atto di sostanza, l’aveva già alzata nella giornata di ieri Mara Carfagna, che pretese da subito le dimissioni di Calderoli. “Sarebbe l’unica cosa giusta da fare” aveva commentato, “Le scuse rischiano di essere più formali, che di sostanza”.
Eppure, scuse o non scuse, a far parlare di sé oggi – dopo gli apprezzamenti di alcuni assessori al gesto del vicepresidente del Senato, Calderoli – sarebbe una senatrice del Movimento 5 Stelle, Serenella Fucksia. In barba al vergognoso caso, ben poco diplomatico di Calderoli, quest’ultima avrebbe pronunciato un vero e proprio sostegno al parlamentare leghista, in quanto: “Roberto Calderoli è il miglior vicepresidente del Senato che ci sia. Quando è lui a presiederla, l’aula funziona benissimo”. Un apprezzamento che ha fatto subito tirar su le antenne allo stesso Calderoli, che ha esclamato entusiasta: “Se avessi dietro una sessantina di grillini, farei i fuochi qua dentro”. Il botta e risposta fra la senatrice grillina e il vicepresidente del Senato ha letteralmente infiammato Palazzo Madama. C’è dunque chi parla già di sotterfugi fra Lega e Movimento 5 Stelle, e chi ci tiene da subito a smentire queste notizie “false e tendenziose”. Che sia vero o no, non importa un granché. Sta di fatto, tuttavia, che spesso e volentieri l’onorevole Calderoli si prende sottobraccio i grillini ed esclama: “Non fate così. Perdete solo tempo. Non state a guardare le formiche, che poi vi scappano gli elefanti”.
Le dimissioni di Calderoli, dunque, si sono sempre più allontanate dall’essere rassegnate. Il compagno leghista Jonny Crosio avrebbe addirittura spiegato: “Nessuno salterà, perché nessuno vuole che salti. È il più bravo a far andare avanti la baracca”. Insomma, compagni o non compagni, l’onorevole Calderoli sembrerebbe un valido vicepresidente del Senato. Il medesimo appoggio arriva anche dalle fila del Popolo della Libertà, con Maurizio Sacconi che afferma quanto lo stesso Calderoli sia particolarmente benvoluto in aula. Il Partito Democratico, invece, con Ugo Sospetti, mette un po’ tutti sul chi-va-là: “Il caso Calderoli è un caso qualsiasi. Qui conta soltanto il caso di Angelino Alfano”. E sempre sul fronte del Partito Democratico, Luigi Zanda – tenace e volenteroso in difesa dei valori morali – aveva promosso nella giornata di ieri una raccolta di firme a sostegno del ministro Kyenge. Anche lì, dopo le 200 firme raccolte, tutto è rientrato.
Dopo i consigli di Maurizio Gasparri, l’onorevole Calderoli avrebbe pronunciato le proprie scuse al ministro Kyenge, per giunta telefonandole direttamente: “La mia frase sul ministro Kyenge è stata sbagliata e offensiva, e giustamente ha provocato l’intervento indignato di Giorgio Napolitano con cui mi scuso. A Treviglio, l’altro giorno, mi son fatto trascinare dalla foga di parlare davanti a calorosi militanti, ma ho commesso un errore gravissimo. Domenica ho telefonato alla signora Kyenge per porgerle le mie scuse e le ha accettate. La mia considerazione era esecrabile ma non aveva significati razziali né tanto meno razzisti”. Successivamente, nel suo discorso, Calderoli ha chiesto espressamente scusa al Senato e al presidente Grasso per il danno che si era generato a seguito del suo gesto deplorevole. Sul fronte delle dimissioni da rassegnare, invece, Calderoli stesso s’è rivelato particolarmente duro e inamovibile: “La mia carica non è tecnicamente a disposizione dell’assemblea, e per giunta la richiesta di dimissioni non è stata inoltrata all’unisono da tutti i gruppi parlamentari”.
Nonostante le scuse pronunciate dall’onorevole leghista, il premier Letta ammette che la questione non è da dichiararsi chiusa. In realtà sembra che nulla avrà un seguito. A far da padrone in questi giorni parrebbe il caso del dissidente kazako e l’eventuale complicità di Angelino Alfano. Sicuramente il sostegno di una senatrice del M5S a Calderoli contribuirà a protrarre la polemica.
Articolo di Stefano Boscolo