Caso Moro: i servizi segreti dietro il rapimento?
JustNews.it Il portale delle news
Enrico Rossi, Ispettore della Polizia ora in pensione, è stato ascoltato oggi dai pm e potrebbe essere l’indicatore della strada giusta da seguire, quella che è rimasta oscura fino ad oggi alla Polizia nel caso del rapimenti di Aldo Moro, leader della Democrazia Cristiana.
L’Ispettore Rossi, durante la sua indagine, ha scoperto la presenza di due agenti dei servizi segreti in moto, che hanno bloccato il traffico in modo che l’auto su cui viaggiavano le Brigate Rosse che compirono il rapimento avessero la strada libera. Rossi ha raccontato che uno dei due agenti a bordo dell’Honda aveva scritto la sua confessione in una lettera, nella quale affermava che aveva ricevuto gli ordini dal Colonnello del SISMI Guglielmi, ovvero dovevano permettere ai terroristi di fare il loro lavoro bloccando qualsiasi ostacolo che si fosse messo in mezzo tra le BR e Moro con la sua scorta.
Solo dopo si è appreso che la lettera era nota agli inquirenti di Torino già dal 2012, girata poi ai colleghi di Roma. Inoltre, uno studio sulle immagini della moto hanno portato alla conclusione che il guidatore non era un uomo dei servizi segreti.
Luciano Infelisi, il primo agente a occuparsi delle indagini di Via Fani, non crede molto alla testimonianza di Rossi, perchè gli pare strano che dopo venticinque anni esca allo scoperto, portando avanti un’indagine propria, per un agente che mai si è occupato della questione. Per questo motivo esclude quasi sicuramente il coinvolgimento dei servizi segreti nel sequestro, prova la lettera anonima della quale non si è sicuri che riporti la verità.
Sempre più dubbi, quindi, sul rapimento di Aldo Moro, leader della DC. Una delle storie d’Italia senza ancora una fine, senza una verità. Una verità che forse non ci sarà mai.
di Alessandro Bovo
Caso Moro: i servizi segreti dietro il rapimento?
JustNews.it Il portale delle news