Luigi Preiti sembra cercasse un palcoscenico, un attimo di visibilità per questo avrebbe compiuto l’attentato di Palazzo Chigi.
Secondo quanto si apprende da Il Messagero «al momento del fatto – scrive il medico nelle sue conclusioni – l’imputato presentava un modesto disturbo depressivo. Tali componenti non avevano rilevanza psichiatrica forense e dunque per le loro caratteristiche e intensità non incidevano in modo significativo sulla sua capacità di intendere e di volere. Non vi è nulla che possa far dubitare della sua piena capacità di intendere e volere al momento dei fatti».
Preiti quindi avrebbe agito coscientemente, e cosciente sarebbe stato quando ha impugnato l’arma che ha fatto fuoco agli uomini dell’Arma di presidio a Palazzo Chigi, e non avrebbe avuto intenzione suicidiaria come riportato da Il Messaggero «La spinta suicidaria sembra essersi fermata a livello di pensiero senza alcun reale tentativo di messa in pratica. L’uomo mostra caratteristiche di personalità con larvata costante conflittualità nei confronti dell’ambiente (soprattutto “classe politica”, “Stato” e i suoi rappresentanti). Anziché un autentico desiderio di morte, si rileva una “aggressiva ricerca” di riconoscimento pubblico, con l’immaturo desiderio di trasformarsi in una sorta di eroe vendicatore, pubblicamente riconosciuto».
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