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Caso sospetto di morbo “della mucca pazza” sarebbe stata scoperto in un capo di manzo rumeno

Creato il 04 luglio 2014 da Yellowflate @yellowflate

ospedaleIn Romania mercoledì scorso è stata rivelata la scoperta di una mucca macellata era stata infettata dall’encefalopatia spongiforme bovina, altrimenti nota come BSE e comunemente come il temibile “morbo della mucca pazza”.Ma l’episodio isolato per i funzionari dell’Autorità per la sicurezza e salute animale della Romania non sarebbe una minaccia per la salute pubblica. Il Paese dell’Est non segnalava un caso di BSE dal lontano 1995.Gli ispettori rumeni hanno specificato che una prova preliminare il 1 maggio scorso ha indicato che una mucca macellata in un macello autorizzato è stata infettata da encefalopatia spongiforme bovina o BSE.Ed hanno precisato che la carcassa è stata inviata ad un laboratorio britannico per ulteriori prove e potrebbe essere una “forma atipica di BSE che appare naturalmente e spontaneamente nei bovini”.L’Autority ha rivelato il caso soltanto dopo che la Russia ha deciso di vietare le importazioni di carne bovina rumena, citando i timori della possibilità di contagi da BSE.L’ESB è fatale per le mucche e può causare una malattia celebrale mortale nelle persone che mangiano la carne di manzo contaminato. Il morbo scoppiò negli anni ottanta in Gran Bretagna, dove centinaia di persone si ammalarono e molti sono morti dopo aver mangiato carne contaminata. Nel corso degli anni, 4,5 milioni di bovini furono macellati per contenere la diffusione. Focolai seguirono in Giappone nel 2001 e in Canada nel maggio 2003.La Romania esporta bestiame fino a 1 milione l’anno, soprattutto verso i Paesi Bassi, Italia e Croazia.Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta comunque di un evento da tenere sotto controllo e che impone la massima attenzione delle autorità sanitarie europee e nazionali per evitare facili allarmismi e la benchè minima possibilità d’importazione di capi di bestiame contagiati.

Lecce, 04 luglio 2014

                                                                                                                                                                                        Giovanni D’AGATA


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